SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La vicenda legata al terreno dell’area Brancadoro approda davanti al Tar Marche. La società Sideralba spa, guidata da Luigi Rapullino, ha infatti presentato ricorso contro il Comune per contestare la delibera di giunta con cui è stata annullata la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Il provvedimento era stato rilasciato la scorsa estate, ma poi revocato per la presenza di una servitù di passaggio pubblica.
Il nodo della controversia è il sentiero che collega la statale 16 a viale dello Sport, attraversando l’area in questione. L’accesso al percorso è stato bloccato da due cancelli installati da Sideralba dopo l’ottenimento della Scia. Questo ha suscitato proteste, soprattutto da parte dei tifosi diretti allo stadio e degli studenti dell’Ipsia, che utilizzavano abitualmente il tracciato.

Successivamente, gli uffici comunali hanno accertato l’esistenza di una servitù pubblica sul sentiero, fatto che ha portato alla revoca in autotutela del permesso concesso. Contro questa decisione si è ora mosso Rapullino, affiancato dai suoi legali Gabriele Arcuri (Foro di Roma), Ermanno Vaglio (Milano) e Marta Terziani (Prato), che hanno depositato ricorso al Tribunale amministrativo.
Il Comune, per parte sua, ha incaricato l’avvocato Marina Di Concetto per la propria difesa in giudizio.
Durante un consiglio comunale aperto svoltosi a febbraio, Rapullino aveva già espresso il proprio disappunto verso la gestione del caso da parte dell’amministrazione: «Mi è sembrato un atteggiamento ostruzionistico nei confronti del nostro progetto», aveva detto. E ancora, aveva lamentato che «nessuno ci aveva informato della natura pubblica del sentiero», rivelata solo mesi dopo il rilascio della Scia. In quella sede l’imprenditore aveva persino ventilato l’ipotesi di vendere l’area, esasperato dall’evoluzione della situazione.
I giudici amministrativi saranno ora chiamati a chiarire le responsabilità e la legittimità dei provvedimenti adottati, mentre il futuro dell’area Brancadoro resta ancora incerto.