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Cambiamento climatico, quattro comuni fanno rete: “Importante agire insieme. Bisogna guardare al futuro”

San Benedetto, Grottammare, Monteprandone e Cupra aderiscono al Paesc, il piano d’azione per l’energia sostenibile. A cofinanziare l’iniziativa è il Bim. “Si coinvolge un’area di 180 mila abitanti"
Pubblicato il 8 Maggio 2024

Di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Combattere il cambiamento climatico”. E’ questo l’obiettivo del Paesc, il piano d’azione per l’energia sostenibile che vede il coinvolgimento dei comuni di San Benedetto, Grottammare, Monteprandone e Cupra Marittima.

Il documento è stato redatto nell’ambito del Patto dei Sindaci, al fine di unire le forze e combattere gli effetti del riscaldamento globale.

“San Benedetto da sempre ha effettuato queste azioni, che riguardano interventi sul territorio come la riforestazione, i lavori ai sottoservizi e la promozione della mobilità sostenibile”, afferma il vicesindaco Tonino Capriotti, che evidenzia come il Paesc punti ad una collaborazione tra più realtà.

A cofinanziare l’iniziativa è il Bim. “Si coinvolge un’area di 180 mila abitanti – osserva il presidente Luigi Contisciani – in un momento come questo è fondamentale che si porti avanti un percorso del genere. Ora lo scopo è far conoscere queste azioni a tutti”.

La scheda sintetica sarà infatti disponibile sul sito del Comune (https://www.comunesbt.it/Aree-tematiche/Ambiente/Transizione-ecologica) e, prossimamente, anche sui portali del Bim e delle altre città. Il materiale serve per fornire un approccio divulgativo, nell’ambito della creazione di un network informativo.

“Ogni amministrazione deve guardare al futuro e a tutte le azioni rivolte alla difesa dell’ambiente”, dice l’assessore all’ambiente grottammarese Alessandra Biocca. “Quelle che possono sembrare piccole azioni per noi sono una priorità. La crisi climatica inizia ad essere evidente. Prima era una favola per qualcuno, adesso è realtà. E’ importante lavorare in squadra”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Monteprandone. “Ci ha spinto ad aderire soprattutto la possibilità di organizzarci in modo coordinato e programmato – sostiene il consigliere comunale Sergio Calvaresi – in questo modo abbiamo evitato che ogni città facesse iniziative sporadiche”.

Il Paesc, pertanto, è lo strumento che – sulla base di analisi, studi scientifici e territoriali – definisce il programma di interventi che le amministrazioni intendono intraprendere per ridurre le emissioni di CO2 entro l’anno 2030 e per aumentare la resilienza dei territori rispetto alla quota di eventi climatici in atto. Questo percorso volontario congiunto da parte dei Comuni è stato sviluppato attraverso un processo di partecipazione che ha coinvolto molteplici rappresentanze del territorio, ciascuna delle quali ha fornito il proprio contributo attivo.

Gli obiettivi del Paesc sono 36, di cui 23 di adattamento e 13 di mitigazione. Nella prima categoria sono compresi, tra le altre cose, il monitoraggio delle portate dei corsi d’acqua, la promozione dell’uso efficiente della risorsa idrica, l’assicurazione dell’efficienza dei sistemi di drenaggio, la prevenzione del rischio di invendi, la garanzia della manutenzione del verde urbano, la promozione di un’agricoltura più resiliente all’aumento delle temperature. Nella seconda, invece, compaiono tra le altre voci il potenziamento dei sistemi di drenaggio delle infrastrutture di trasporto, l’aggiornamento del piano di Protezione Civile e dei Piani di Emergenza, la redazione della Carta della permeabilità dei suoli, i contratti di fiume, campagne di educazione ambientale e la mappatura delle situazioni di rischio.