I consiglieri comunali di San Benedetto del Tronto, Paolo Canducci (Europa Verde) e Aurora Bottiglieri (Partito Democratico), hanno presentato un ordine del giorno al Consiglio comunale per esprimere la loro contrarietà al cosiddetto “DDL Sicurezza”, ovvero il Decreto n. 1660/2024. Questo disegno di legge, recentemente introdotto dal governo, è al centro di forti critiche per le misure che, secondo i proponenti dell’ordine del giorno, andrebbero a limitare la libertà di espressione e il diritto alla protesta.
I punti critici del DDL Sicurezza
Il disegno di legge prevede un’ampia serie di interventi restrittivi, tra cui l’introduzione di oltre venti nuovi reati, aggravanti e un inasprimento delle pene. In particolare, si fanno notare alcune norme specifiche che hanno suscitato polemiche, come la cosiddetta «norma anti-Gandhi», che introduce il reato di resistenza passiva, applicabile anche in contesti di protesta non violenta come le manifestazioni per il clima e nelle carceri o centri di accoglienza per migranti.
Un’altra misura contestata riguarda il divieto per i migranti privi di documenti di acquistare una SIM telefonica, limitando così la possibilità di mantenere contatti con le proprie famiglie. Inoltre, il blocco stradale o ferroviario, attualmente un illecito amministrativo, verrebbe trasformato in un reato penale con l’introduzione della norma «anti-Rodi». Il disegno di legge colpisce anche le detenute madri, impedendo loro di beneficiare della pena differita, come avviene attualmente.
Le critiche al disegno di legge
Nell’ordine del giorno presentato dai consiglieri, si sottolinea come il DDL Sicurezza sia una legge «fortemente ideologica», voluta per colpire chi protesta contro le misure e le opere decise dal governo. I due consiglieri evidenziano come il disegno di legge sia ispirato da un «populismo penale», volto a creare nuovi reati non per risolvere problemi reali, ma per alimentare una narrazione emergenziale sulla sicurezza, repressiva verso chi esprime dissenso.
In questo senso, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha dichiarato che il decreto «intacca pesantemente il diritto di protesta», un’affermazione riportata nell’ordine del giorno. Amnesty ha anche lanciato un appello per la difesa di questo diritto, evidenziando come dall’insediamento del governo Meloni siano stati adottati diversi provvedimenti che sembrano mirati a scoraggiare l’attivismo e la partecipazione alle manifestazioni.
Preoccupazione e contrarietÃ
Con questo ordine del giorno, Canducci e Bottiglieri esprimono la loro forte preoccupazione per le conseguenze che deriverebbero dall’approvazione definitiva del Decreto n. 1660/2024. Denunciano in particolare il rischio di un restringimento delle libertà democratiche e di espressione, considerato una minaccia alla qualità della democrazia italiana.
I due consiglieri si dichiarano inoltre contrari, a livello «etico, culturale e politico», alla criminalizzazione delle proteste pacifiche e non violente, ritenendo che questo decreto rappresenti un pericoloso tentativo di soffocare il dissenso.