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Area Brancadoro, l’ex assessore Troli: “Spazzafumo ha gli strumenti per riaprire la strada. Faccia il sindaco invece di pagare i vigilantes”

L'esponente di FdI: "Amministrazione immobile su tutto quello che riguarda la Sambenedettese, perché?. Eppure sulla squadra di calcio in campagna elettorale hanno gettato tanto fumo negli occhi di tutti"
Pubblicato il 3 Gennaio 2025

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “E’ cosa nota che l’amministratore pubblico non può accontentare tutti. Chiunque abbia ricoperto un ruolo amministrativo, anche solo per breve tempo, lo comprende appieno. Ma c’è una profonda differenza tra il non riuscire a soddisfare ogni esigenza e l’essere in grado di danneggiare tutti. Ed è proprio in questa seconda categoria che sembra collocarsi il sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo. Per esempio con il caso eclatante del sentiero che si trova in area Brancadoro”.



Lo afferma l’ex assessore allo Sport Pierfrancesco Troli relativamente la vicenda della stradina che collega la Statale 16 all’area dello stadio Riviera delle Palme. “Questa vicenda rappresenta un capolavoro di un (forse colpevole) immobilismo amministrativo – afferma -. Si dice che chi non fa non sbaglia. Spazzafumo cambia anche questo proverbio. Non fa e sbaglia pure lì. La chiusura del cancello che permette l’accesso al sentiero ha creato un danno evidente a tifosi, studenti, e persino alla società proprietaria dell’area, che attende un intervento chiaro da parte del Comune per delineare il futuro della zona. Lo stesso Luigi Rapullino, rappresentante della proprietà, ha pubblicamente dichiarato qualche giorno fa di aspettare segnali concreti dall’amministrazione così da potersi comportare di conseguenza. Dall’altra parte della barricata, invece, il Presidente Vittorio Massi chiede che i tifosi possano arrivare, tranquillamente e come sempre hanno fatto, allo stadio”.

“E il sindaco che fa? Invece di agire con decisione e trovare una soluzione amministrativa, si limita a uno spettacolino mediatico: due vigilantes pagati di tasca propria per qualche ora, un gesto che, anziché risolvere il problema, ha sottolineato l’assenza di una visione politica. Un amministratore ha invece in mano strumenti concreti per risolvere situazioni come questa. Eppure, a più riprese tirato in ballo sull’argomento, Spazzafumo non ha mai dato informazioni sull’aspetto legale e amministrativo di questa situazione. Viene dunque da chiedersi se abbia verificato la tipologia di camminamento e passaggio in cui rientra quell’oramai famoso frustolo di terra. Se si tratta di strada vicinale o interpoderale, come da più parti si sta affermando, la soluzione sarebbe già stata da settimane nelle mani del primo cittadino. C’è il Consiglio di Stato che afferma che la natura pubblica della strada dipende dalla coesistenza effettiva di tre condizioni, il passaggio esercitato iure servitutis pubblicae da una collettività di persone qualificate dall’appartenenza ad un gruppo territoriale, la concreta idoneità del bene a soddisfare esigenze di carattere generale, anche per il collegamento con la pubblica via o l’accesso a luoghi di pubblico interesse e un titolo valido a sorreggere l’affermazione del diritto di uso pubblico, che può anche identificarsi nella protrazione dell’uso da tempo immemorabile”.

“Tutte condizioni – continua Troli – che sembrerebbero coesistere. Ma il sindaco di questa città lo ha verificato? A giudicare dal silenzio che arriva dal Comune probabilmente no. Il presidente della Samb è in attesa di informazioni. E anche il proprietario dell’area lo è. Ma lo Spazzafumo sindaco tace e lascia che lo Spazzafumo “filantropo” paghi i vigilantes. Se gli riesce più facile fare iniziative personali lasci stare la politica e si iscriva a qualche associazione di volontariato. Il suo ruolo è quello di tutelare l’interesse pubblico con atti amministrativi chiari e risolutivi, specialmente in casi come quello del sentiero Brancadoro, utilizzato da decenni come passaggio pubblico. Quella strada chiusa è un simbolo di come l’amministrazione Spazzafumo abbia gestito male una questione che avrebbe invece dovuto risolvere in breve tempo. E di tempo, da quando l’area è stata acquisita e da quando il problema è emerso, ce n’è stato”.

E ancora: “A pensare male, in questa occasione, non sono sicuro che si faccia peccato. L’immobilismo amministrativo sul campo Ciarrocchi, sulla gestione del Riviera delle Palme e ora anche sulla vicenda dell’area Brancadoro ha un comune denominatore che si chiama Us Sambenedettese. La stessa Sambenedettese cavalcata dalla squadra di Spazzafumo quando si trattava di gettare fumo negli occhi della città in campagna elettorale. Tutte promesse tradite a favore di un immobilismo dannoso. E non può non risultare alquanto curioso come la comunicazione del risultato del bando per l’affido dello Stadio Comunale sia giunta l’ultimo giorno dell’anno, quando dagli inizi di dicembre era noto a tutti come solo la Sambenedettese fosse risultata unica società idonea per vedersi assegnata la gestione dell’impianto. Comunicazione giunta, guarda caso, il giorno successivo a quello in cui la giunta ha approvato i lavori di rifacimento degli spogliatoi del campo La Rocca, dai più conosciuto come il Linea Ufficio Stadium, scritta che campeggia sulle mura esterne dell’impianto e visibile da qualsiasi distanza si guardi la struttura. Un atto, quello dell’assegnazione alla Sambenedettese del Riviera delle Palme, che sembrerebbe avvenuto per compensazione, quasi necessario al fine di non alimentare ulteriori polemiche se i giorni passati tra le due comunicazioni fossero stati molti di più. E non può parimenti passare inosservato come, giustamente, la dirigenza del Circolo Tennis Maggioni, fiore all’occhiello dello sport cittadino, voglia perseguire la strada offerta dall’art. 5 del Dlgs 38 per la riqualificazione dell’impianto sportivo. Strada che sembra sia lastricata di ostacoli per la Sambenedettese per ciò che concerne l’impianto Ciarrocchi”.