SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Gran parte della destinazione dell’area Brancadoro, da piano regolatore in vigore, è a verde sportivo. Una parte invece, più vicina alla strada Statale, può essere destinata ad attrezzature tecnico-distributive.
Una differenziazione sottolineata dall’ex dirigente del settore urbanistica Germano Polidori, che nel secondo caso rimanda all’articolo 49 comma 2 delle norme tecniche di attuazione: “Sono destinate all’installazione di aziende del gas e dell’acqua, impianti di depurazione e per la nettezza urbana, aziende elettriche, aziende tranviarie, edifici per esposizioni, edifici annonari, macelli, mercati, stazioni per stoccaggio merci, grandi magazzini all’ingrosso, stazioni di deposito merci e automezzi e corrieri”.
Strutture commerciali non sono dunque previste, ad eccezione di vendite all’ingrosso. Sono inoltre consentite strutture espositive, al contrario di attività ricettive come alberghi e ostelli, non contemplate.
“Oltre tali opere – recita sempre l’articolo 49 – è consentita l’installazione dei laboratori scientifici, attrezzature e impianti di natura ricreativa e sociale a servizio degli addetti alle attività di cui sopra, uffici annessi alle attività ammesse in tale zona. Sono ammesse le abitazioni per il solo personale di sorveglianza e manutenzione”.
L’articolo 49 comma 9, che si concentra sulle zone per le attrezzature sportive, precisa che “sono permesse costruzioni inerenti le attività previste (tribune, spogliatoi, ecc.)”. Questa destinazione – come ricorda sempre Polidori – venne pensata nel 1996 dall’allora amministrazione Perazzoli, che adottò una variante.
L’appezzamento Brancadoro conta complessivamente 19 ettari ed è situato tra la Statale e viale dello Sport. A fine gennaio è stato rilevato all’asta dal gruppo Rapullino per una cifra pari a 2 milioni e 80 mila euro, di molto inferiore a quella iniziale.
Il valore alla prima asta svolta nel dicembre 2021 fu di oltre 6 milioni di euro, per poi andare a scendere gradualmente.