di Massimo Falcioni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “A San Benedetto abbiamo soltanto un terzo di punti luce a led”. Lo afferma Stefano Muzi, che grazie all’ufficio energia e alla Cpl Concordia ha raccolto informazioni sullo stato dell’illuminazione cittadina. Un’operazione avviata in seguito ai ripetuti black out che hanno interessato varie zone della città negli ultimi mesi, con inevitabili disagi a danno dei residenti.
“Su 10100 corpi illuminanti, soltanto 2900 sono a led”, informa il capogruppo di Forza Italia. “I restanti sono ancora lampade a vapori di sodio ad alta pressione. I 260 mila euro spesi nell’ultimo triennio per il risparmio energetico sono un fattore positivo, tuttavia sono necessari investimenti più cospicui per la straordinaria manutenzione, che spetta al Comune. La Cpl Concordia si occupa invece solo della manutenzione ordinaria”.
A dicembre a rimanere al buio fu viale Buozzi, a gennaio tutta viale De Gasperi e vie traverse, a febbraio il tratto del lungomare compreso tra il residence Las Vegas e l’ex camping e la zona di San Filippo Neri, mentre a inizio marzo il quartiere Sant’Antonio.
“Abbiamo una rete elettrica vetusta, che ha più di mezzo secolo ed è soggetta a sollecitazioni esterne che minano funzionamento – continua Muzi – a questo si aggiungono i lavori ai sottoservizi, l’attività erosiva dei topi e l’ammaloramento dei materiali”. In tal senso, il consigliere comunale si concentra sui pali della luce: “A San Benedetto ne abbiamo 8 mila e di questi ben 2800 sono tutt’ora in ferro. Non essendoci la zincatura in acciaio sono soggetti a corrosione e alla formazione della ruggine”.
Ecco allora che Muzi si rivolge direttamente all’amministrazione: “Nel prossimo bilancio si implementino i fondi per un’azione mirata. Purtroppo lo scenario è a macchia di leopardo. Servirebbe una condotta unitaria”.