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Aggressioni negli ospedali, la richiesta di Ugl: “Attivare corsi di autodifesa per il personale sanitario”

L’idea alla base della proposta è che, nei pochi secondi cruciali di un evento avverso, il personale sanitario sia in grado di difendersi per ridurre il rischio di lesioni gravi
Pubblicato il 15 Novembre 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. L’Ugl Salute lancia un grido d’allarme alla luce dei numerosi episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario, con particolare riferimento agli operatori in prima linea nei Pronto Soccorso e nel servizio 118. Gli episodi, documentati ampiamente dalle cronache giornalistiche, evidenziano una crescente preoccupazione per la sicurezza dei lavoratori del settore, chiamati a fronteggiare non solo le emergenze sanitarie ma anche situazioni di pericolo per la loro incolumità.




In risposta a questa emergenza, l’Ugl Salute richiede con urgenza l’introduzione di corsi di autodifesa personale, come il Krav Maga, specificamente rivolti al personale sanitario. Questi corsi, oltre a integrare le tradizionali attività formative aziendali che mirano al riconoscimento e alla prevenzione dell’aggressività, sarebbero cruciali per fornire strumenti pratici di reazione immediata in caso di aggressione.

L’idea alla base della proposta è che, nei pochi secondi cruciali di un evento avverso, il personale sanitario sia in grado di difendersi per ridurre il rischio di lesioni gravi. Questo tipo di formazione pratica non sostituisce ma affianca le iniziative già in atto per promuovere la gestione pacifica dei conflitti attraverso lezioni in aula.

Parallelamente, l’Ugl Salute sottolinea la necessità di una revisione organizzativa dei Pronto Soccorso, con l’obiettivo di ridurre situazioni di sovraffollamento che spesso costituiscono il terreno fertile per l’esplosione di episodi di violenza. Migliorare i flussi di lavoro e ottimizzare la gestione degli spazi potrebbe contribuire significativamente a prevenire tensioni e conflitti.

L’Ugl Salute si rivolge quindi alle autorità competenti e alle aziende sanitarie, auspicando un riscontro positivo alla richiesta di implementazione dei corsi di autodifesa. In un contesto in cui il personale sanitario è sempre più esposto, questa misura rappresenta non solo una risposta concreta a una problematica emergente, ma anche un segnale di attenzione e tutela verso chi lavora per il bene della collettività.

La salute e la sicurezza dei professionisti della sanità devono essere una priorità. Intervenire con tempestività è fondamentale per garantire condizioni lavorative dignitose e proteggere il diritto alla sicurezza di chi si dedica quotidianamente alla cura degli altri.

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