SAN BENEDETTO DEL TRONTO. È stata inaugurata nel Museo della Civiltà Marinara delle Marche di San Benedetto alla presenza del sindaco Antonio Spazzafumo la mostra “Arti e mestieri in bicicletta e della tradizione del mare” che resterà aperta fino a domenica 4 agosto con orari 10-13; 17-21 ad ingresso libero.
Organizzata da Alberto Iachini e Maria Ragionieri dell’associazione Kronos Turismo Collettivo, in collaborazione con il comune di San Benedetto con la collezione privata di Bruno Ferrari, sarà l’occasione per i visitatori di percorrere un viaggio nel tempo con l’esposizione dei cicli dei mestieri e l’obiettivo di questa mostra è valorizzare gli antichi mestieri e l’artigianato, dimostrando ai più giovani come i nostri nonni attraverso i sacrifici, la costanza e la professionalità hanno portato avanti l’economia del tempo.
Si tratta quindi di un affascinante e inedito spunto per un raffronto tra passato e presente e l’ingegno di questa rimodulazione delle due ruote in base alle esigenze dell’artigiano o venditore. È un evento che mette in mostra una trentina di biciclette dagli anni ‘20 agli anni ’60 che erano il mezzo e il laboratorio di tanti mestieri.
Le biciclette che verranno esposte sono originali e provengono da tutta l’Italia. Sabato 3 agosto alle ore 17 una variopinta carovana con personaggi dell’Associazione Bici Storiche passeggerà con le biciclette dei mestieri in abiti d’epoca lungo il corso della città, per le vie adiacenti e nei pressi del Monumento ai Marinai ci sarà un piccolo spettacolo teatrale con la ricostruzione dell’ambiente delle Retare.
Sfilerà anche una maxi bicicletta che attirerà l’attenzione di grandi e piccini. Domenica 4 agosto poi dalle ore 18 presso il Museo del Mare, ci sarà uno spettacolo teatrale a cura dell’Associazione Ribalta Picena, che rappresenterà sei scene in vernacolo di vita sanbenedettese legate ai mestieri e ad altri aspetti del borgo marinaro. Sono previste più repliche e inoltre saranno programmate delle visite guidate della mostra e del Museo del mare di San Benedetto.
«Oltre ai figuranti – ha detto Maria Ragionieri – il tuffo negli anni di un tempo che non c’è più fornirà a ciascuno dei cittadini l’occasione di sentirsi coprotagonisti della rievocazione dei mestieri su due ruote, pedalando in scioltezza tra un pubblico di ammiratori. È una collezione unica perché rappresenta uno dei tanti esempi dell’ingegno italiano e dell’arte dell’arrangiarsi, soprattutto nel tormentato periodo che durò fino al dopo-guerra e perché fa tornare bambini ed emozionare gli anziani, stupire gli adulti e incuriosire i più piccoli. La bicicletta ebbe un dinamico sviluppo nella nostra società a partire da fine ‘800, messe a punto alcune modifiche tecniche che ne migliorarono l’utilizzo. Il 1909 fu l’anno del primo Giro d’Italia e fu proprio per un discorso agonistico e sportivo che la bicicletta divenne “famosa”. Le biciclette dei mestieri hanno condiviso la storia di vita e probabilmente anche di miseria di merciai, arrotini, panettieri, fruttivendoli ma anche venditori di pelli o di immagini “sacre e profane”. La bici entrò poi a far parte della quotidianità, diventando un mezzo di spostamento casa – lavoro e in certi casi un vero e proprio strumento di lavoro».