di Massimo Falcioni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Acque agitate all’interno del Pd all’indomani dell’assemblea provinciale che ha ufficializzato i quattro nomi del Piceno da candidare alle elezioni regionali. Ad alzare la voce, smentendo la versione del segretario Francesco Ameli, è il presidente della stessa assemblea Umberto Pulcini.
“Mi ero ripromesso di sottoporre la questione relativa ai fatti di ieri sera nelle dovute sedi di partito, ma la narrazione strumentale del risultato dell’assemblea provinciale che è stata diffusa mi costringe a fare chiarezza”, afferma.
Pulcini spiega che già in apertura di riunione era stata constatata “l’impossibilità a verificare il numero legale vista la presenza di molti non aventi diritto”. Quindi “ho dato lettura di un documento sottoscritto da trentacinque membri che invitavano il segretario a rispettare appieno il mandato avuto dai circoli, dopo la fase delle consultazioni, attraverso la creazione di una ampia rosa di nomi di candidati da sottoporre al partito regionale. Il documento era stato condiviso da ben sette sindaci sui nove iscritti al partito preoccupati dalla mancanza di una conduzione politica unitaria e convinti della necessità di una lista forte e rappresentativa”.
Sempre Pulcini evidenzia come “l’assenza di tutti i firmatari è stata frutto di una scelta condivisa, visto che per il bene della comunità democratica abbiamo optato in questa maniera per non far emergere in maniera plastica una spaccatura praticamente a metà del partito. Per correttezza – insiste – non condividendo assolutamente l’idea del segretario provinciale di proporre una quaterna secca di nomi al partito regionale, visto che la stessa a giudizio dei firmatari contraddiceva in toto lo spirito delle consultazioni, dopo aver terminato mi sono alzato per abbandonare la seduta. A fatica sono riuscito ad abbandonare la seduta. Confido che gli organismi sovraordinati del Partito Democratico stigmatizzino quanto accaduto”.