Da circa 35 anni don Gabriele, nominato Monsignore da Papa Francesco con il titolo di “Cappellano di Sua Santità”, è nella chiesa di San Filippo Neri che ha guidato fino a pochissimi anni fa prima di passare il testimone all’attuale parroco don Gianni Croci. Nato a Monteprandone l’8 giugno 1941 in ambiente rurale, don Gabriele entrò in seminario a Montalto dove svolse gli studi di base. prima di trasferirsi al seminario regionale di Fano, dove concluse la sua educazione.
Nel corso dei suoi studi fu nominato vice rettore e manifestò la volontà di dedicare la propria vita all’educazione dei seminaristi, ma questo progetto non ebbe futuro per le necessità della diocesi che spinsero il vescovo Radicioni a riassegnare il giovane aspirante sacerdote altrove.
Don Gabriele fu ordinato sacerdote il 28 giugno 1967 da monsignor Vincenzo Radicioni, allora vescovo delle Diocesi unite di Montalto e Ripatransone, presso la chiesa di San Benedetto Martire, al paese alto. Egli stesso ricorda l’ordinazione, avvenuta di sera: “Era un sabato. All’epoca don Francesco era il parroco della chiesa. L’indomani, domenica 29 giugno, celebrai la mia prima messa”.
L’arrivo a San Filippo Neri avvenne vent’anni dopo, nel 1987. don Gabriele, all’epoca primo parroco della chiesa di San Giacomo a Porto d’Ascoli, era impegnato in un ritiro spirituale quando il vescovo lo chiamò.
“Monsignor Chiaretti mi disse che c’era un’emergenza e che alla chiesa di San Filippo Neri serviva un sacerdote – racconta don Gabriele – Il parroco di allora, don Ubaldo Grossi, era improvvisamente venuto a mancare e la chiesa era rimasta senza un sacerdote. Risposi al vescovo immediatamente, accettando l’incarico e la fiducia che lui ripose in me”.
Il 15 agosto don Gabriele divenne ufficialmente il terzo parroco di San Filippo Neri. Il ricordo di quel giorno in lui è vivido come pochi altri e accompagnato da un aneddoto che lo stesso sacerdote ricorda sorridendo: “Era una giornata estiva molto calde di per se. Quando entrammo nella chiesa per la prima volta, accompagnati dal vescovo, l’aria all’interno era ancora più calda e quasi si soffocava – racconta -. Scoprimmo poi che nell’edificio l’impianto di areazione era stato montato male e che la pompa per il riscaldamento si attivava al posto di quella per l’aria fredda”.
Da allora, don Gabriele è stato il punto di riferimento della parrocchia per più di trent’anni (è stato parroco fino al 2018), tre decenni nel corso dei quali la comunità e la stessa struttura della chiesa di San Filippo Neri hanno subito radicali mutamenti.
“Quando sono arrivato – spiega don Gabriele – San Filippo era una parrocchia di periferia, voluta da monsignor Radicioni che aveva previsto che la zona si sarebbe popolata negli anni. Era una parrocchia fatta di giovani adulti, con molti battesimi e pochi funerali. Oggi la situazione è molto diversa e la nostra comunità è composta in prevalenza da anziani”.
Con don Gabriele è tornata a ravvivare la piazza della chiesa la festa di San Filippo, un’occasione di semplice e umile divertimento, fatta per portare i fedeli, giovani e anziani, insieme per una serata di svago. Per le ragazze e i ragazzi della parrocchia, l’appuntamento estivo con il campo scuola estivo è stato un evento irrinunciabile, che ha unito genitori e figli attraverso le generazioni.
Crescendo la comunità, don Gabriele ha fatto in modo di dotare la parrocchia di strutture che accontentassero le necessità via via più grandi dei suoi parrocchiani. La struttura del teatro, che in origine ospitava la prima chiesa, fu rimessa a nuovo negli anni ’90 e trasformata per ospitare spettacoli, conferenze e dare uno spazio alla creatività di giovani e meno giovani. Parimenti, l’ampliamento della struttura con l’aggiunta di sale polivalenti ha permesso al sacerdote di dare spazio ai numerosi gruppi e alle associazioni che compongono la comunità di San Filippo.
È proprio ai gruppi che oggi don Gabriele guarda con grande affetto: “Una buona metà dei gruppi nella nostra comunità esistevano già quando arrivai qui io – racconta – Mentre altri erano in fase di avviamento o si sono formato successivamente. Lo sforzo di questi trent’anni è stato quello di permettere a San Filippo di dare libere sfogo alla propria creatività e al proprio ingegno e, nonostante le diverse anime in cui si riconoscono i fedeli, trovare sempre il modo di farli collaborare per il bene di tutta la comunità”.
La sfida più grande per il sacerdote è stata quella di trovare una sintesi fra tutte queste differenti anime, spesso svolgendo più un ruolo di coordinatore che quello di direttore al fine di creare armonia fra i fedeli.
“A oggi, San Filippo Neri è composta da quindici fra gruppi e associazioni, oltre ai fedeli. Fare in modo che tutti andassero d’accordo e si muovessero nella stessa direzione è stata forse la sfida più difficile di tutte come parroco – spiega don Gabriele – Tuttavia oggi posso dire che San Filippo è veramente una comunità di comunità, una famiglia di famiglie”.