SAN BENEDETTO DEL TRONTO. 30 mila passaggi di veicoli dalle 7.30 alle 20 in un giorno feriale, che scendono a 20 mila di domenica. Sono i risultati registrati gli scorsi 12 e 14 novembre sulla sopraelevata di San Benedetto e raccolti al termine della prima fase del lavoro che porterà alla futura realizzazione del piano urbano della mobilità sostenibile. Trattasi di una fase conoscitiva, dedicata alla conoscenza delle problematiche e delle condizioni della viabilità sul territorio sambenedettese.
Per quel che riguarda i pendolari, quelli che si spostano quotidianamente sono 23 mila. Di questi, due terzi rimangono nel perimetro cittadino, mentre un terzo oltrepassa i confini.
“Sono troppe le auto in circolazione, anche se San Benedetto rispetta la media nazionale – spiega Carlo Carminucci della Isfort, società chiamata a redigere il Pums – parliamo di 70 ogni 100 abitanti. L’aspetto grave è che il parco macchine sta crescendo. Bisogna cambiare i comportamenti dei cittadini, offrendo servizi ed infrastrutture di tipo diverso. Servono soluzioni di trasporto di minor impatto e meno congestionanti. E’ un percorso complesso”.
L’investimento per il progetto, pari a 110 mila euro, è stato inserito lo scorso inverno dall’amministrazione comunale nel bilancio di previsione. “Il Pums è uno strumento che abbiamo fortemente voluto”, afferma il sindaco Antonio Spazzafumo. “Questo ci permetterà di conoscere bene la nostra città e di accedere a dei bandi europei”.
Un lavoro evidenziato dall’assessore alla viabilità, Bruno Gabrielli: “Stiamo gestendo una grande mole di lavoro. Tutti gli uffici del Comune stanno lavorando e stiamo rispettando le tempistiche previste, non era scontato. Mi fa piacere sottolineare la partecipazione degli stakeholders e della cittadinanza. A breve comincerà un nuovo ciclo di incontri. Abbiamo voluto questo intervento con decisione ed è la colonna portante per la realizzazione del piano urbanistico generale”.
L’analisi
Interpellati, i cittadini hanno segnalato come loro priorità la sicurezza stradale, seguita dall’inclusione sociale, dalla qualità dell’aria, della riduzione del congestionamento e dal potenziamento del trasporto pubblico.
Uno sguardo importante viene inoltre rivolto alla stazione centrale, “attraversata – prosegue Carminucci – da 1 milione di passeggeri l’anno, di cui un terzo pendolari”. Un flusso importante, nonostante la fermata rientri nella categoria intermedia ‘silver’, a cui andrà necessariamente accostata la valorizzazione della stazione di Porto d’Ascoli.
Preoccupante rimane il consumo di suolo: “Il Pums non può cambiare lo stato di cose, però può promuovere la rigenerazione. La popolazione sambenedettese è cresciuta fino al 2020, poi ha conosciuto qualche cedimento. E’ in atto un invecchiamento e c’è bisogno di una cura per la mobilità pedonale”.
In tal senso, un input lo offre Francesco Colarossi: “La città è lineare, si sviluppa su un asse nord-sud attraversabile. Tuttavia, vorremmo proporre una lettura e una configurazione pure nell’ottica ovest-est, dalla collina al mare, compromessa da infrastrutture esistenti e non modificabili”.