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Ripatransone, ancora bufera sul torneo di carte. Opposizione contro Lucciarini: «Aberrante gogna mediatica»

Gli esponenti di Progetto Paese attaccano il sindaco: «Servono soluzioni, non ironia. Il Comune rischia danni economici e un ambiente di lavoro teso»
Pubblicato il 27 Febbraio 2025

RIPATRANSONE. La polemica sulla gestione del personale comunale a Ripatransone continua ad infiammare il dibattito politico. Dopo le dichiarazioni televisive del sindaco Alessandro Lucciarini, l’opposizione, rappresentata dai consiglieri di Progetto Paese e Progetto Paese Sociale, Roberta Capocasa, Giada Pierantozzi, Luca Iaconi e Luca Vitale, risponde con fermezza, denunciando il metodo utilizzato dal primo cittadino e le sue conseguenze.


«Ci sembra doveroso come consiglieri di opposizione del Comune di Ripatransone, visto che il Sindaco insiste ad andare in Tv, intervenire ancora sulla questione degli operai fannulloni.»

Secondo i consiglieri, a Ripatransone da anni circola un’idea diffusa, ma mai affrontata in questi termini.

La goliardata – frecciata del sindaco di Ripatransone. Indice un torneo di carte per i dipendenti comunali

«A Ripatransone, ormai da parecchi anni, gira una leggenda metropolitana che racconta di dipendenti comunali un po’ “sfatigati”. Però non si è mai sentito che i politici del governo comunale ripano, di ogni generazione, non siano stati capaci, negli anni, di far lavorare i propri dipendenti.»

Ma l’aspetto più grave, secondo l’opposizione, è il modo in cui il Sindaco ha deciso di agire.

«Quanto successo negli ultimi giorni nel nostro Comune è aberrante. Il sindaco se vuole affiggere un ordine di servizio all’interno del palazzo comunale ha tutti i diritti di farlo, ma prima di fare lo splendido con le sue trovate su FB, avrebbe dovuto domandarsi quali sarebbero state le conseguenze del suo gesto. Non aveva previsto che la gogna mediatica avrebbe esposto al pubblico disprezzo i suoi operai? Tutti rigorosamente appellati con nomignoli facilmente riconoscibili tanto che abbiamo capito in molti.»

L’opposizione si chiede perché non siano stati utilizzati altri metodi per affrontare la questione.

«Non aveva altri mezzi per riprenderli? Era così difficile chiamare i furbetti – come li ha dipinti – nel proprio ufficio per una lavata di capo? Era così difficile utilizzare gli strumenti forniti dalla legge (come le contestazioni di addebito) mettendoli correttamente in pratica e non alla carlona? Il sindaco ha bisogno di visibilità oppure gli piace l’ethos di Checco Zalone in Quo vado?»

I consiglieri accusano inoltre il Sindaco di contraddirsi nelle sue dichiarazioni pubbliche.

«Certo che non si può andare in Tv sparando a zero su tutti con forti dichiarazioni e poi ritrattare perché – lo dice lui – ne erano solo due, e ancora dire che sono due mesi mentre, per come ci dicono, sono solo quindici giorni che protocolla. Così si perde di credibilità, coerenza e chiarezza, perché in un contesto pubblico, come se l’è cercato lui, trasparenza e affidabilità delle informazioni sono fondamentali se non si vuole sembrare un quaquaraquà.»

Un’altra accusa riguarda l’esternalizzazione dei servizi comunali, con un impatto economico significativo per i cittadini.

«Gli operai comunali non lavorano e noi affidiamo ad una ditta esterna la pulizia del verde di due quartieri periferici per la somma di oltre 20.000,00 € all’anno. Per come ci viene raccontato, noi vediamo solo un grave danno erariale che, come al solito, pagheranno i comuni cittadini.»

Infine, i consiglieri si interrogano su un dato significativo: perché molti dipendenti hanno lasciato il Comune negli ultimi anni?

«Ma il sindaco se l’è fatta una domanda sul perché i tanti dipendenti assunti negli ultimi anni hanno chiesto la mobilità, se ne sono andati o addirittura hanno dato le dimissioni? Ci sono grossi problemi nel nostro Comune!»

Il problema della carenza di operai è stato più volte evidenziato in Consiglio, ma senza risposte concrete.

«Ogni volta che, in Consiglio comunale, parliamo di fabbisogno del personale, affermiamo che andrebbero assunti più operai, visto che dal Documento unico di programmazione risulta che abbiamo 15 impiegati e solo 5 operai che debbono occuparsi di 75 km quadrati di territorio, che non è poco.»

I consiglieri concludono con una riflessione sull’ambiente lavorativo nel Comune e sulle scelte del Sindaco.

«In conclusione, ci chiediamo se si lavora male nel nostro Comune visto che se ne vanno in tanti, e se sia stata una mossa da politico intelligente alienare le relazioni con i dipendenti, mentre un sindaco ha sicuramente il dovere di creare un ambiente di lavoro disteso e collaborativo, per favorire la produttività, la coesione del team, il benessere dei dipendenti e della collettività.»