MONTEPRANDONE. Il comandante della polizia locale di Monteprandone Eugenio Vendrame è stato costretto a chiudere un piccolo ponte lungo la pista ciclopedonale, divenuto pericoloso a causa del degrado accumulato nel tempo.
Nonostante le segnalazioni e i ripetuti solleciti, il Genio Civile della Regione non ha ancora preso provvedimenti concreti, lasciando il problema irrisolto da oltre quattro mesi.
Il ponte in questione è stato dichiarato inagibile dopo un sopralluogo effettuato il 19 settembre scorso dai tecnici comunali, che hanno riscontrato gravi danni alla struttura: il parapetto sul lato sud è completamente assente, le tavole del fondo sono marce e le transenne di sicurezza posizionate dal comune sono state divelte. Tuttavia, ciclisti e pedoni continuano a utilizzare il ponte, mettendo a rischio la propria incolumità.
Il Comune di Monteprandone, consapevole della pericolosità della situazione, ha immediatamente segnalato il problema alla Regione Marche – Dipartimento Infrastrutture, Territorio e Protezione Civile – Settore Infrastrutture e Viabilità. Nonostante i numerosi solleciti, il piccolo ponte rimane in condizioni di abbandono, costringendo il sindaco Sergio Loggi e il consigliere delegato Matteo Spinozzi a intervenire nuovamente per monitorare la situazione e tentare di smuovere le autorità competenti.
«Abbiamo coinvolto gli assessori regionali Baldelli e Antonini e i presidenti Fiab di Ascoli e San Benedetto – spiega Spinozzi – ma a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta concreta. Perfino una e-mail inviata il 17 gennaio alla segreteria dell’assessore Baldelli per richiedere un incontro è rimasta senza risposta».
Il sindaco Loggi si dice sconcertato dall’inerzia degli enti coinvolti: «Noi come Comune ci occupiamo della manutenzione ordinaria della pista ciclopedonale, compresi piccoli interventi sui ponti, ma per opere più impegnative servono risorse e competenze che spettano ad altri enti. È inaccettabile che mentre si investono ingenti somme per altre infrastrutture ciclabili, questo piccolo ponte venga trascurato per poche migliaia di euro. Se la situazione non cambia, saremo costretti a chiudere anche un altro ponte nelle stesse condizioni».
La vicenda del ponticello di Monteprandone evidenzia una problematica diffusa: senza una collaborazione efficace tra enti locali e regionali, le infrastrutture rischiano di rimanere abbandonate a se stesse, con conseguenze per la sicurezza e il benessere dei cittadini.