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Monteprandone, al Santuario di San Giacomo la mostra dei presepi di Padre Nicola Iachini

Da sempre è appassionato divulgatore del Presepe e del messaggio che rappresenta da secoli
Pubblicato il 29 Dicembre 2024

di Fernando Ciarrocchi

Dal Santuario di San Giacomo della Marca di Monteprandone fanno sapere con una legittima punta di gioia, che dopo il tremendo terremoto del 2016, questa’ anno sarà di nuovo allestita nel chiostro del Santuario la mostra dei presepi unici nella loro bellezza provenienti da ogni parte del mondo della collezione di P. Nicola Iachini che consta di oltre 700 esemplari. Si potranno visitare tutti i giorni dal 25 dicembre al 12 gennaio nei seguenti orari: dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00.



Un’altra parte della collezione di presepi di P. Nicola è esposta a Camerano, vicino ad Ancona, presso la Chiesa di S. Francesco e i presepi più piccoli, circa 400, sono esposti nel museo Parrocchiale di arte sacra della Parrocchia S. Nicolò di Monteprandone.

P. Nicola Iachini francescano nativo di Acquasanta Terme, anzi di Favalanciata, da sempre è appassionato divulgatore del Presepe e del messaggio che rappresenta da secoli. Da giovane sacerdote è stato viceparroco ad Ancona poi scelse di partire per il Belgio per essere vicino ai tanti migranti italiani che andavano a lavorare nelle miniere di carbone. H Per ben 41 anni è stato cappellano degli immigrati italiani in Belgio.

Dal 2014 P. Nicola è tornato dal Belgio in Italia e vive nel Convento di San Giacomo della Marca a Monteprandone. Da allora ha esposto più volte i suoi presepi nel chiostro del Santuario di San Giacomo della Marca, insieme ai presepi meccanizzati dell’indimenticabile Fra Carlo che da alcuni anni è tornato alla Casa del Padre.

Padre Nicola quando si parla di presepi ha gli occhi sembrano illuminarsi e ci racconta brevemente con garbo e cordialità i momenti salienti dei suo suoi 41 anni da missionario in Belgio dove ha portato e ha fatto conoscere la cultura, il significato e il messaggio del Presepe a riguardo, come dicevamo, ci ha rilasciato la sua dichiarazione “Volevo andare lì, dove tanti minatori italiani erano morti, compreso mio padre a causa della tremenda silicosi: la polvere che blocca i polmoni e ti fa mancare il respiro. Quando sono arrivato in Belgio si parlava solo di Babbo Natale e di alberi natalizi. Nessuno, purtroppo, parlava di Gesù Bambino: nessuno faceva il Presepe. Iniziai allora a raccogliere presepi e organizzare mostre perché tutti potessero fermarsi un momento a riflettere su Gesù che è venuto a stare vicino a noi. Alla prima mostra, che era composta di circa 125 presepi, invitai la Regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria. Ebbe una grande risonanza e da quel momento il Presepe in Belgio iniziò ad essere più diffuso. Di anno in anno, poi, la collezione è diventata sempre più grande sono così arrivato ad averne più di 800, provenienti da tutti i paesi del mondo”.