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Valdaso Green Community, due territori e un’unica visione per rilanciare il cuore verde delle Marche

Mobilità dolce, governance condivisa e attrattività sostenibile: Agostini e Borri elogiano la sinergia tra Gal Piceno e Fermano
Pubblicato il 26 Marzo 2025



MONTALTO DELLE MARCHE. La Valdaso Green Community si consolida come esempio virtuoso di cooperazione interterritoriale tra il Gal Fermano e il Gal Piceno, che hanno unito le forze per riportare al centro della programmazione territoriale la valle dell’Aso, cerniera naturale e culturale tra le province di Fermo e Ascoli Piceno. Il progetto, frutto di un lungo lavoro comune, è culminato con la presentazione finale del Masterplan della mobilità outdoor, tenutasi il 20 marzo al Mulino Sisto V di Montalto delle Marche. Una giornata densa di contenuti, durante la quale sono stati illustrati risultati, visioni e prospettive per un’area dalla vocazione agricola, paesaggistica e turistica unica.

Al centro del progetto, il tema della mobilità dolce e sostenibile, interpretata come chiave strategica per valorizzare in maniera integrata il territorio, le sue risorse naturali, la biodiversità e il patrimonio culturale diffuso. La realizzazione della Ciclovia dei Crinali, arteria principale della rete escursionistica pensata per unire i borghi della valle, è solo uno dei tasselli di un’operazione più ampia. A corredo, sono stati realizzati anche un sito e una app (OutdoorValdaso), strumenti digitali indispensabili per l’esperienza del turista contemporaneo.

Luciano Agostini, presidente del Gal Piceno, ha voluto sottolineare il valore di un lavoro avviato da tempo: «Presentiamo alcuni risultati di un progetto che insieme abbiamo iniziato anni fa per rimetter al centro dell’attenzione del territorio un’area importante che è quella della Valdaso, importante per l’ortofrutta e per la biodiversità che esiste in questa vallata».

Il ruolo di capofila del Gal Fermano è stato determinante nella gestione operativa del progetto e nel coordinamento delle diverse fasi, dalla pianificazione alla promozione. La strategia si è sviluppata attraverso una vera e propria “cassetta degli attrezzi” composta da tre strumenti fondamentali: il Piano Strategico-Operativo (PSO), il Piano di Comunicazione Esterna (PCE) e quello Interno (PCI). Tali documenti definiscono standard, target, storytelling, gestione degli stakeholder e modalità di governance, con l’obiettivo di trasformare la Valdaso in una destinazione turistica riconoscibile e coerente.

Un’azione che guarda al futuro anche in termini di sostenibilità economica e impatto territoriale. Non a caso, il cicloturismo — al centro del progetto — rappresenta un segmento in costante crescita: in Italia vale 5,5 miliardi l’anno, coinvolge milioni di persone, genera una spesa media elevata e ha un impatto sul territorio molto superiore rispetto al turismo mainstream.

Il target individuato è quello del cicloturista slow, in particolare fruitore di e-bike, attratto da percorsi accessibili, cultura, natura e buon cibo. E proprio la Valdaso, con la sua rete di strade secondarie, borghi, aziende agricole, ospitalità diffusa e una miriade di piccoli punti di interesse, si presenta come un territorio ideale e ancora poco esplorato da questo tipo di turismo.

Una rete costruita per includere anche gli agricoltori e i proprietari terrieri, coinvolti attraverso la possibilità di aprire tratti privati per creare percorsi ambientali. Il progetto, insomma, si propone come piattaforma capace di generare ricadute economiche reali per tutte le componenti della comunità locale.

La presidente del Gal Fermano, Michela Borri, ha rimarcato con decisione l’importanza del percorso intrapreso: «È un progetto che mette in cooperazione i due Gal, questo è già un fattore importante perché si mettono insieme due realtà e due territori. Per noi è importante quello che può derivare da questa iniziativa perché questi dati possono rappresentare un fattore attrattivo del territorio e coinvolgere tutti gli attori del territorio».

La promozione del progetto è avvenuta attraverso canali ad alta specializzazione nel turismo outdoor, come il network del Movimento Lento e la piattaforma Outdooractive, leader in Europa. Sono stati prodotti materiali fotografici, video per YouTube e social, e un logo che dà identità visiva al progetto, rafforzando la coerenza comunicativa di un’offerta che vuole raccontare la Valdaso come una destinazione green e slow.

La governance sarà fondamentale per il futuro del progetto: la gestione del sito e della app, la manutenzione dei percorsi, il coordinamento tra operatori e istituzioni richiederanno uno sforzo continuativo. Ma il solco è tracciato, e la Valdaso Green Community si candida a diventare modello replicabile per altri contesti rurali italiani, in cui agricoltura, turismo e ambiente possono convivere e sostenersi reciprocamente.