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L’allarme di Cna: “Negli ultimi dieci anni un tir su cinque ha spento i motori”

Una situazione preoccupante quella dell’autotrasporto marchigiano, che paga una rete infrastrutturale obsoleta e deve fare i conti con costi di gestione insostenibili
Pubblicato il 22 Luglio 2021

Autotrasporto, crisi infinita. Negli ultimi dieci anni, nelle Marche, un Tir ogni cinque ha spento per sempre il motore. Si è passati da 4.680 imprese di trasporto nel 2010 a 3.652 alla fine di maggio di quest’anno. Una perdita di 1.028 aziende ed oltre 3 mila dipendenti. Solo nel 2020 l’autotrasporto marchigiano ha perso 50 imprese e 43 nei primi cinque mesi del 2021.

Tra ritardi infrastrutturali e costi dei carburanti. Una situazione preoccupante quella dell’autotrasporto marchigiano, che paga una rete infrastrutturale obsoleta e deve fare i conti con costi di gestione insostenibili, a partire dal gasolio. Se ne è parlato all’Assemblea elettiva di Cna Fita Marche, che rappresenta il 40 per cento delle imprese marchigiane dell’autotrasporto. All’iniziativa ha partecipato il presidente nazionale di Cna Fita Marche, Patrizio Ricci. L’assemblea ha confermato Roberto Grazioli presidente regionale Cna Fita Marche. Delegati all’Assemblea nazionale Cna Fita sono stati nominati inoltre Luciano Barattini, Sauro Bonci, Emiliano Tomassini e Nazzareno Latini.

“Via i divieti di circolazione – incalza il neopresidente Grazioli – perché in queste condizioni gli autisti i tempi di guida e di riposo li fanno già abbondantemente per forza di cose. E poi la formazione perché per una vera ripartenza ci vogliono imprese operative personale che sa andare in strada con il proprio mezzo”.
A questo – precisa Cna Fita – l’annoso problema del caro-gasolio e taglio degli sgravi fiscali sulle accise, colpo di grazia per l’autotrasporto. “L’impennata dei prezzi dei carburanti – aggiunge Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – e il rischio che il Governo riduca la compensazione sulle accise per l’acquisto del gasolio, costringeranno alla chiusura migliaia di imprese del settore, bloccando il sistema italiano dei trasporti, con pesanti ripercussioni per logistica e comparto manifatturiero”.

“A questo si aggiungono – conclude Grazioli – la concorrenza sleale delle imprese dell’Est Europa e la violazione delle regole da parte degli autisti di Tir stranieri. Gli autotrasportatori presenti alla nostra assemblea non a caso hanno segnalato la forte difficoltà a trovare autisti perché il percorso per ottenere le patenti è lungo e farraginoso”.

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