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“Liberə di essere Liberə”, inaugurata la quarta panchina rossa di Grottammare

L’iniziativa rientra nel programma di sensibilizzazione ed educazione alle pari opportunità
Pubblicato il 9 Dicembre 2023

GROTTAMMARE. È dedicata alla libertà la quarta “Panchina Rossa” della Città di Grottammare che è stata inaugurata oggi in piazza Madonna della Speranza (quartiere Valtesino), per dire “no” alla violenza di genere e non solo nei confronti del mondo femminile. 

Nella dedica che accompagna l’opera realizzata dall’artista grottammarese Naima Tayeban “Liberə di essere Liberə”, infatti, alla nuova panchina è affidato il compito di veicolare un messaggio inclusivo: “La quarta panchina rossa nel comune di Grottammare è dedicata alla Libertà – affermano l’assessore Monica Pomili e la consigliera delegata alle Pari opportunità Martina Sciarroni – . Abbiamo scelto la frase ‘Liberə di essere Liberə’ e abbiamo voluto usare la lettera ‘schwa’, proprio per includere in questa libertà dalla violenza di genere anche chi non si riconosce nella binarietà. Inoltre, abbiamo voluto inaugurare la panchina attraverso le storie di Nati per Leggere, perché siamo convinte che sia necessario educare all’affettività e al rispetto della diversità di genere fin dalla nascita”.

L’iniziativa rientra nel programma di sensibilizzazione ed educazione alle pari opportunità  “Chiamarlo amore non si può”, promosso e organizzato insieme alla Consulta per le Pari Opportunità del comune di Grottammare. Un progetto che trae ispirazione dai contenuti della Giornata internazionale contro la violenza di genere e che per l’edizione di quest’anno intende focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul “corpo”, nella particolare accezione del “body shaming”.

“La violenza che la società rivolge contro il genere femminile si manifesta in molti modi e in tutti gli ambiti – affermava la consigliera Sciarroni, in occasione del lancio della stagione-. Il corpo viene stigmatizzato e schernito continuamente fino a che non risponde a dei canoni di una bellezza prestabilita e questo porta a sentirsi costantemente inadeguati e a diventare vittime, oltre che di una violenza esterna, anche della violenza autolesiva. Questo sarà solo il primo di una lunga serie di eventi dedicati al tema della naturalizzazione del corpo come chiave di autostima ed emancipazione”.

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