di Massimo Falcioni
GROTTAMMARE. Primo confronto col Comune di Grottammare per la Consulta del Turismo, la realtà che unisce gli albergatori e i concessionari di spiaggia. Un faccia a faccia sentito e a tratti incandescente, nel corso del quale gli operatori hanno lamentato le difficili condizioni in cui sono stati costretti a lavorare nell’ultima stagione estiva.
A tenere banco è stata soprattutto la questione legata al salvamento in mare, che, proprio come accaduto a San Benedetto, ha terminato il servizio l’8 settembre, con la possibilità di prorogare il servizio fino al 23 attraverso un pagamento extra a carico degli stabilimenti.
«La gente bisogna attrarla, non mandarla via» – ha affermato Emanuela Amabili, titolare dell’hotel Paradiso – «dal 23 settembre mi sono trovata senza ombrelloni e ho fatto una brutta figura con turisti svizzeri e tedeschi. Con il clima attuale potremmo andare tranquillamente avanti fino a metà ottobre. Ho sempre aperto da aprile fino a fine settembre per il bene della città e credo che un albergo attivo per un periodo lungo rappresenti un decoro per la nostra località. Non vogliamo che Grottammare diventi la servitù di passaggio per la Puglia.»
Umberto Scartozzi e Ilenia Illuminati, promotori della Consulta, hanno evidenziato a più riprese i danni causati a livello d’immagine dal temporaneo divieto di balneazione varato ad agosto dopo che l’Arpam aveva riscontrato un livello elevato di Escherichia Coli.
«I prelievi sono stati fatti subito dopo le piogge» – ha ammonito Scartozzi – «l’accoglienza è una sorta di promozione indiretta. Se comunichiamo che il nostro mare è inquinato, effettuiamo una promozione negativa. Grottammare gode da trent’anni della bandiera blu, come si può affermare che le nostre acque non sono pulite?»
Nel mirino è quindi finita l’amministrazione: «I turisti andavano informati del divieto in maniera gentile, non con una ordinanza fredda. Anche noi ci siamo trovati impreparati e ci siamo dovuti muovere autonomamente. Questo non va bene.»
Il sindaco Alessandro Rocchi ha tuttavia respinto ogni responsabilità: «L’Arpam ha dei giorni prestabiliti per i prelievi, che sono stati eseguiti su tutta la costa, non solo da noi. Era capitato un episodio analogo nel 2019. Sono il responsabile della salute pubblica e il primo compito che ho è informare i cittadini e turisti di non entrare in acqua.»
Ampio malumore è stato inoltre manifestato per la scarsa rilevanza mediatica data dall’ente a proposito delle riprese del nuovo film di Pierfrancesco Favino, “Il maestro”, svolte a Grottammare. «A San Benedetto ci sono articoli su articoli, qui invece nessuno ha dato il giusto risalto».
Pronta la difesa dell’assessore al turismo, Lorenzo Rossi: «L’ufficio stampa della produzione aveva chiesto discrezione da parte nostra. E’ stato persino cancellato un incontro a cui avrebbe dovuto partecipare pure la Regione.»
Sempre Rossi ha risposto sulla questione del salvamento in mare, ammettendo di aver espresso le proprie osservazioni alla Capitaneria in occasioni di più riunioni: «Sono emerse diversità di vedute e c’è un’interpretazione ferrea di alcune regole. L’unica apertura è stata quella di allargare le distanze delle torrette da 150 a 300 metri.»