Giornata importante, quella di oggi, per i lavoratori metalmeccanici di tutta Italia, con lo sciopero generale di otto ore proclamato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Nelle Marche, la mobilitazione ha preso forma attraverso presidi e volantinaggi nelle principali città della regione, con una partecipazione significativa da parte dei lavoratori del settore, un comparto che conta 64.697 dipendenti privati tra meccanica e metallurgia.
Gli appuntamenti della giornata includono presidi strategici: ad Ancona, davanti a Fincantieri dalle 9 alle 10.30; a Fabriano, davanti alla Beko di Melano dalle 5.30 alle 11; a Pesaro, presso Rivacold (Vallefoglia) dalle 9.30 alle 12; a Macerata, davanti alla sede di Confindustria dalle 10 alle 12. Per i lavoratori di Fermo e Ascoli Piceno, il presidio si tiene davanti alla Beko di Comunanza, dalle 9.30 alle 11.30. In parallelo, volantinaggi e momenti di sensibilizzazione animano tutti gli stabilimenti metalmeccanici della regione.
Le ragioni dello sciopero

Lo sciopero arriva dopo sei mesi di trattative infruttuose per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Federmeccanica ha rigettato la piattaforma presentata dai sindacati, “ignorando richieste centrali come un aumento salariale di 280 euro e la riduzione dell’orario di lavoro. Inoltre, è stata negata qualsiasi regolamentazione sull’utilizzo dei contratti precari e non è stata offerta alcuna garanzia economica e occupazionale per i lavoratori in caso di cambio di appalto”.
“Se le trattative non riprenderanno – hanno dichiarato i segretari regionali di Fim, Fiom e Uilm, Masci, Galassi e Gentilucci – le iniziative di lotta proseguiranno ad oltranza. Il nostro obiettivo è la riconquista del tavolo delle trattative per assicurare un contratto nazionale giusto ed equo”.
Un settore strategico in crisi

La protesta rappresenta un momento chiave per i lavoratori delle Marche, una regione con una forte presenza di aziende metalmeccaniche. La rottura delle trattative non è solo un problema contrattuale, ma riflette una crisi più ampia che riguarda la dignità del lavoro, la stabilità contrattuale e la sicurezza economica di migliaia di famiglie.
Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil ribadiscono la necessità di un accordo che rispecchi le reali esigenze dei lavoratori e che affronti temi centrali come welfare, sicurezza sul lavoro e contrattazione aziendale.
La lotta continua
La determinazione dei sindacati e dei lavoratori resta alta. Gli scioperi e le mobilitazioni odierne rappresentano solo l’inizio di un percorso che punta a riaffermare i diritti fondamentali della categoria. Il messaggio è chiaro: senza un cambio di rotta da parte di Federmeccanica, le azioni di protesta proseguiranno.