COMUNANZA. La Beko di Comunanza chiuderà definitivamente entro la fine del 2025, come annunciato ieri durante il tavolo ministeriale a Roma, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con la presenza dei sindacati.
Il piano prevede 1.935 esuberi totali tra le sedi di Siena e Comunanza, con 320 posti di lavoro persi nello stabilimento piceno. Una decisione che colpisce un territorio già provato dal terremoto del 2016 e da un crescente spopolamento.
I lavoratori, che speravano nell’avvio di una trattativa, sono rimasti sgomenti. Stamattina si terrà un picchetto di protesta davanti alla fabbrica, mentre nel pomeriggio è convocato un consiglio comunale straordinario dal sindaco Domenico Sacconi. «Lavoreremo per far cambiare idea all’azienda – ha dichiarato il sindaco –. È uno schiaffo che i cittadini non meritano».
L’Ugl Metalmeccanici, invece, ha attaccato duramente il piano di dismissione, che sostituisce il rilancio industriale atteso con la chiusura: «Non accettiamo imposizioni che creano disperazione occupazionale».
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Augusto Curti, parlamentare del Pd, ha definito la decisione «un atto di violenza contro un territorio già martoriato». Anche il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, ha giudicato il piano «inaccettabile e non sostenibile», invitando la Beko a ripensare le proprie strategie.
Il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, ha sottolineato il grave danno che questa chiusura causerebbe al territorio, ringraziando il Governo per la prontezza dimostrata nell’intenzione di utilizzare la golden power, lo strumento normativo che permette di bloccare operazioni lesive per l’interesse nazionale.
La capogruppo del Pd Marche, Anna Casini, ha concluso ricordando che Comunanza è «non solo un polo produttivo, ma anche una comunità resiliente che sta cercando di rialzarsi». Ha poi chiesto con forza interventi urgenti da parte della giunta regionale e del Governo per scongiurare la chiusura.
La decisione di chiudere lo stabilimento di Comunanza rappresenta un colpo durissimo per l’economia locale e per una comunità che lotta ogni giorno per il proprio futuro.