Quasi 10mila cittadini marchigiani si sono schierati contro il cibo sintetico, ora anche la Regione si è pronunciata e con essa 74 Comuni di tutte le province. È una mobilitazione generale quella che Coldiretti ha avviato in tutta Italia con l’obiettivo di promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico. Timore che si origina dal recente via libera della Fda negli Stati Uniti alla carne prodotta in laboratorio e dal rischio che l’Unione Europea voglia intraprendere la stessa strada. Dietro questo tipi di prodotti ingegnerizzati in laboratorio ci sono gli interessi di multinazionali, grande finanza e lobbies, una vera e propria minaccia per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta contro la quale sono state già raccolte, in tutta Italia, quasi 400mila firme. La delibera approvata dalla giunta regionale delle Marche punta anche a tutelare e difendere le filiere agroalimentari marchigiane e dà mandato alla Direzione Agricoltura e sviluppo rurale di favorire studi e ricerche in collaborazione con università e mondo agricolo per valutare i possibili rischi alimentari, social i e d ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dalla commercializzazione di cibo sintetico. “Un plauso alla giunta regionale che ha accolto la nostra richiesta condividendo così una strategia di crescita economica, di sostenibilità ambientale e di tutela della salute dei cittadini. Alla base, fondamentale, c’è una produzione di cibo fatta di suolo, natura e lavoro agricolo” commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.
Intanto la raccolta firme prosegue nei mercati e nelle iniziative di Campagna Amica, nelle sedi e negli uffici di zona di Coldiretti sparsi nelle varie province. Un 2023 che si è aperto con agricoltori sulle barricate per difendere il cibo di qualità Made in Italy dagli attacchi costanti di multinazionali e grande finanza internazionale che spingono per imporre sul mercato prodotti sganciati totalmente dai territori. Sotto attacco finiscono la carne, i salumi ma anche, attraverso le etichette allarmistiche il vino come l’olio extravergine di oliva e i formaggi secondo nutriscore che non considerano l’effettivo consumo degli alimenti all’interno di una dieta bilanciata. Una contrarietà trasversale come dimostrano le firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia.