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Femminicidio di RIpaberarda, Malavolta era sotto effetto di droga. Emanuela poteva essere salvata

Nonostante la gravità delle ferite la 45enne non è morta subito. L'uomo ha aspettato ore prima di dare l'allarme e chiedere aiuto
Pubblicato il 24 Dicembre 2024

CASTIGNANO. Emergono nuovi dettagli sull’omicidio di Emanuela Massicci, la 45enne brutalmente uccisa dal marito, Massimo Malavolta, nella notte del 19 dicembre.



Secondo quanto accertato dalle analisi tossicologiche, l’uomo era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti al momento dell’aggressione. Questo particolare, confermato dai risultati delle analisi effettuate dopo il ricovero di Malavolta, fornisce un elemento chiave per la ricostruzione di quanto accaduto in quella tragica notte.

La droga potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nella perdita di controllo che ha spinto l’uomo a massacrare di botte la moglie. Secondo le indagini, l’assunzione di stupefacenti poco prima dell’aggressione avrebbe aggravato uno stato di alterazione psichica, scatenando una violenza inaudita.

Durante l’aggressione, Emanuela ha riportato fratture multiple – al naso, a sette costole e al braccio sinistro – oltre a gravi lesioni che hanno causato un lento e inesorabile dissanguamento.

Nonostante la gravità delle ferite, Emanuela non è morta subito. L’uomo ha aspettato circa cinque ore prima di chiedere aiuto, durante le quali la moglie è deceduta per emorragia interna. Secondo gli inquirenti, un intervento tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita, rendendo la tragedia ancor più drammatica.