La Procura della Repubblica ha disposto l’arresto di Massimo Malavolta, il 48enne sambenedettese accusato di aver ucciso la moglie Emanuele Massicci. Le indagini coordinate dal procuratore capo della Repubblica di Ascoli Piceno Umberto Monti hanno portato a una ricostruzione dei fatti. Malavolta alle prime luci dell’alba di oggi ha chiamato il padre affermando che la moglie respirava a fatica.
L’uomo ha così dato l’allarme chiedendo l’intervento del 118. Quando i sanitari della Potes di Offida sono arrivati si sono visti aprire la porta dai due figli piccoli della coppia di 10 e 8 anni. I sanitari entrati in casa hanno messo in sicurezza i bambini e si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante, la moglie immobile in terra e il marito con un coltello in mano e i polsi tagliati con una copiosa fuoriuscita di sangue. Pochi minuti dopo i sanitari sono arrivati i carabinieri che hanno disarmato il 48enne che nel frattempo si era accasciato quasi privo di sensi. Lui è stato trasportato in ospedale mentre la donna, per la quale non era più possibile fare nulla, presentava anche segni di percosse ma nelle prossime ore sarà eseguito un esame autoptico per stabilire come sia effettivamente avvenuto il decesso anche se sul corpo non erano presenti ferite riconducibili a colpi di arma da taglio.
E’ stato appurato che i bambini non hanno assisto né all’omicidio della madre né al tentato sudicio del padre. Il 48enne è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario ed è piantonato in ospedale. Emerge che la persona arrestata era stata sottoposta nel giugno 2015 alla misura cautelare degli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori in danno di altra donna, peraltro con disabilità; nel gennaio 2016 -mentre si trovava ancora agli arresti domiciliari- veniva condannato dal Tribunale di Ascoli Piceno alla pena di anni due di reclusione (applicata la diminuzione di 1/3 per il rito abbreviato) – senza pena sospesa. La sentenza veniva poi riformata dalla Corte di Appello di Ancona che riqualificava il reato di atti persecutori nella contravvenzione di molestia, con condanna alla pena di mesi 6 e giorni 20 di reclusione con pena sospesa, condanna che diventava definitiva nel giugno 2018.