ACQUASANTA TERME. Acquasanta perde un pezzo della sua storia con la scomparsa di Quinto Centini, conosciuto da tutti come “Lu Sartore”.
A 96 anni, se n’è andato l’ultimo artigiano del borgo, simbolo di una tradizione ormai scomparsa. Fino a pochi giorni fa, Quinto era ancora operativo nella sua sartoria, che per oltre settant’anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli abitanti del paese.
Il suo legame con la professione iniziò presto: nato nel 1928, a soli sette anni imparava già il mestiere, facendo pratica nelle botteghe di Antonio Petrini, Tullio e Fefè, fino ad aprire nel 1948 la sua attività nel cuore di Acquasanta.
Nei primi anni condivise lo spazio con un ciabattino, permettendo così ai clienti di uscire vestiti e calzati di tutto punto. La sartoria, situata vicino alla piazzetta del Comune, è rimasta aperta nonostante le difficoltà, il terremoto, la pandemia e il progressivo spopolamento del borgo.
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Giuseppe Parlamenti, storico acquasantano, ha ricordato con affetto la sua bottega come un luogo di storie e incontri. «Intere generazioni sono passate lì dentro per raccontarsi i fatti del paese», ha detto, rievocando un episodio giovanile in cui Quinto, ai tempi garzone, usava un semplice spago per prendere le misure, segnandole con nodi. Un giorno, un errore portò alla confezione di pantaloni troppo corti, ma con prontezza il sarto disse al cliente: “Freghete Pié, quanne je cresciute da che te so pijate li misure”.
I funerali di Quinto Centini si svolgeranno questa mattina alle 11, presso la chiesa di San Giovanni Battista, in un paese che oggi si sente più vuoto, orfano di un altro pezzo della sua identità.