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Vini Veri, Niccolò Dondoni riscopre il Piceno ad Assisi

Un nuovo viaggio tra piccoli vignaioli, lavoro quotidiano sulla terra, per preservarne la biodiversità
Pubblicato il 27 Gennaio 2025
di Niccolò Dondoni
Forse il segreto sta nel valore condiviso, nel percepire le cose attraverso i sensi altrui, per non fermarsi a ciò che pensiamo. Piccoli vignaioli, lavoro quotidiano sulla terra, per preservarne la biodiversità. Una filosofia in grado di esaltare l’autenticità di quel filo che conduce verso nuovi scenari. Al centro la vigna, la natura, qualità umana ancor prima che etichette. Riprendo le parole di Barbara Ghinfanti, direttamente dal nuovo podcast di Jacopo Cossater: VINI AL BANCO
Uno spazio pensato insieme a Massimiliano Ferrari, tra sensazioni, racconti di assaggio e quell’idea di farti vivere in prima persona l’esperienza, pur essendo lontano. La parola alle persone, per comprendere l’anima dell’evento ed ecco l’effetto wow. Si parte sempre da un test (?) ed attraverso tentativi, errori, tenacia, si arriva 21 anni di rapporti veri, da Bea a Valter Mattoni, Rinaldi, Vodopivec, Ziddarich, Charlot, Praesidium, Ninni. La voce di Valeria Romano, che ha una bellissima vineria a Falconara, pochi produttori, assaggi centrati, il Pinor Noir di Pierre che piace, il rosso di Fonterenza, la curiosità di scoprire nuove storie. Agostino Romani o Crocevia? Uno dei temi per Alessia Zuppelli, conosciuta parlando di Piceno a Cortona, da Stefano Amerighi, è proprio il calo di vendite e consumi, con le tante difficoltà dettate dalle nuove restrizioni, in grado di alterare il percepito.
Vi consiglio di leggere i suoi racconti, in grado di far riflettere e non poco. Tornando a Jacopo ha assaggiato diverse cose carine dalle Marche, Maria Pia Castelli, Allevi Maria Letizia, Ruggine e Rossomatò, per parlare della Grenache, nel parallelo tra Clara Marcelli e Valter, che ho citato prima. Amici del Piceno che c’è, mi verrebbe da dire, tanto quanto Macondo, con il Bianko disegnato su tela da Lorenzo Catasta. Non posso non citare Francesco Massetti, che mi ha reso partecipe del confronto tra la 17 e ciò che racconta il Trebbiano d’Abruzzo nelle sue sfumature piu recenti, per poi tornare alla bellezza di un messaggio da trasmettere in un momento non semplice per il mondo vino, con l’intento di preservarne il suo valore artigianale.
Un Piceno adottato è senza alcun dubbio il “Diavolacciu” Gianluca Piernera della cantina Ninni, che ha portato una magnum del suo Trebbiano Spoletino, annata 2015, in grado di far viaggiare verso orizzonti indelebili, a tal punto da far emozionare una cara amica di Roma, che era con me. È stato bello rivedere sua nipote Maria Elena, a cui auguro il meglio per la bellissima avventura a Trevi con il Frantoio dei Sapori e conoscere Federica, che ha scelto il valore umano, prima delle etichette, nella carta vini di Une, stellato dello chef Giulio Gigli, a pochi passi dai luoghi in cui sono nato.
Chi manca? Forse Zampa, la storia di Roberto Corradetti e quel legame autentico con Marco De Signoribus, che si è innamorato del metodo classico di Pecorino (50 mesi) da portare con sé al Gabbiano 3.0 di Grosseto. Intrecci da privilegiare nel quotidiano, per vivere ciò che verrà con grande curiosità, alimentando un significato che va oltre l’io, proprio per rendere onore a quel senso collettivo dei luoghi che parlano e si incontrano, lasciando una traccia in grado di sorprendere. Mi auguro che questo fermento marchigiano, non resti soltanto nel desiderio individuale di far emergere il proprio nome.
Ringrazio Enrico Tordoni, per aver pensato di condividere alcuni frammenti veri di Piceno, in Umbria, ma anche per avermi portato alla scoperta del valore umano di un luogo storico come Enoteca Properzio, ricordandomi quanto sia affascinante continuare a recuperare istantanee di vita, tra due regioni che insieme potranno ribaltare qualsiasi pregiudizio. Adesso aspetto Cerea, per ri-conoscere, lontano da casa, la storia dei Kurni Boys e non smettere di coltivare questo cammino verso la cattedrale.
Un invito per gli amici del vino di Verticale, a tornare nel Piceno, o magari farlo arrivare a Londra, dove ci sono amici coraggiosi come Francesco Fantinel, in grado di regalare emozioni a chi entra al Garum. Nelson Pari, che ammiro, può confermare. Ci vedremo presto, in giro per il mondo, per sorprenderci insieme, davanti ad un nuovo calice di VINI VERI da condividere.
Nella foto insieme agli amici dell’enoteca Vino Vino a Terni. Persone speciali, che mi fanno viaggiare a ritroso, verso ricordi indelebili che mi legano all’Irpinia.