sabato 1 Aprile 2023
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Moby Prince, Varagona presenta la sua inchiesta: “Volevano mettere tutto nel dimenticatoio. Ora la verità sta per arrivare”

Il giornalista Rai con Nicola Rosetti: "Magistratura e politica hanno preferito tacere. Ma nessuno aveva fatto i conti con le famiglie di quei morti"

“Questa strage rischiava di finire completamente nel dimenticatoio, ma io credo che ormai ci siamo quasi. Io sono convinto che stiamo arrivando alla verità vera”. E’ stata una serata particolarmente coinvolte quella andata in scena ieri alla Palazzina Azzurra di San Benedetto con il giornalista Rai Vincenzo Varagona che ha presentato “I segreti del Moby Prince” una delle sue pubblicazioni sulla tragica vicenda del 1991 vissuta sul traghetto teatro di quella che fu una vera e propria strage nella quale morirono 140 persone tra le quali il sambenedettese Sergio Rosetti. E ieri sera, nel corso della serata presentata dalla giornalista Stefania serino, c’era anche Nicola Rosetti, figlio di Sergio, che ha ripercorso, nel corso della serata organizzata dalla libreria Nave Cervo, quei momenti drammatici ma ha soprattutto manifestato la determinazione, sua e dei familiari delle altre vittime, di voler arrivare a qualsiasi costo alla verità su quello che accadde trent’anni fa e sul perché le persone a bordo di quel traghetto furono lasciate morire quando ci sarebbe stato tutto il tempo per adoperarsi e salvarle.

“Il libro – ha spiegato l’autore – non intende ripercorrere soltanto i fatti che si sono susseguiti in questi trent’anni. Questa pubblicazione vuole essere lo strumento di una battaglia, l’anello di una catena composta da tanti soggetti che stanno cercando di ribaltare i termini della questione. E in questi ultimi tempi siamo riusciti ad ottenere dei risultati importanti. Per la prima volta, da quel giorno, un presidente della Repubblica (Sergio Mattarella ndr) si è espresso sulla vicenda. Con lui per la prima volta un Ministro, Marta Cartabia, ha ufficialmente preso posizione su questa vicenda. Sono elementi di non poco conto su una strage che rischiava di finire completamente nel dimenticatoio”.

Varagona ha parlato di “una missione che ci deve portare alla verità”. Una verità “che deve portare a dei risultati che, lo sappiamo bene, non restituiscono persone che non ci sono più, ma aiutano a vivere in una pace maggiore rispetto a quella che si è avuta in questi trent’anni”. Varagona ha focalizzato il punto nevralgico di tutta la storia: “Quelle 140 persone potevano essere salvate, ma non ci sono più. E purtroppo non siamo ancora riusciti a trovare una risposta al perché quelle persone siano morte”.

Alla presentazione, in rappresentanza dell’amministrazione comunale c’era il consigliere comunale Gianni Balloni che ha sottolinea la vicinanza alla famiglia Rosetti. E proprio Nicola Rosetti, figlio di Sergio, ha effettuato un excursus su quanto accaduto in questi ultimi trent’anni: “Questa non è una disgrazia, non sono le conseguenze di una collisione. Noi stiamo parlando di una strage che ha fatto sì che 140 persone morissero senza che nessuno si degnasse di portargli un soccorso. Fin dall’inizio c’è stata una volontà che questa strage venisse dimenticata in poco tempo. E’ stato fatto un processo, molto rapido, dal quale ci aspettavamo giustizia e verità che però non sono arrivate. Quelle 140 persone in quel processo sono state uccise un’altra volta”.

Rosetti ha parlato del senso di abbandono provato, per anni dai familiari delle vittime: “La Magistratura e la stessa politica hanno preferito stare in silenzio – ha detto -. Hanno preferito nascondere la verità su quella notte. Durante questo percorso si toccavano dei pezzi importanti dello Stato, dalla capitaneria di Porto all’Agip, che oggi è Eni. Così invece di darci le risposte hanno preferito trovare degli alibi”. Rosetti si riferisce alla notizia, che fu diffusa all’epoca, che a ostacolare i soccorsi quella notte c’era la nebbia. Fu dimostrato in pochi giorni, però, che non era così. “Quella nebbia non c’è mai stata – ha continuato Rosetti -. Dietro quella nebbia cercavano di nascondere la verità ma non avevano fatto i conti con 140 famiglie che esigono la verità”.

Nel corso della serata sono stati affrontati i tanti dubbi che hanno accompagnato gli ultimi tre decenni. La mancata riconferma dei senatori della commissione sul Moby Prince, che addirittura non sono nemmeno stati ricandidati dai propri partiti. “Quella commissione è riuscita a stabilire le tre verità fondamentali che noi denunciavamo dal giorno di quella maledetta strage: i soccorsi, la posizione dell’Agip Abruzzo e l’accordo tra le due assicurazioni che serviva per chiudere tutto nel minor tempo possibile. Ma non hanno fatto i conti con noi”. Rosetti e Varagona hanno ripercorso i tanti aspetti ambigui della vicenda: dalla presenza delle navi americane che tornavano dalla guerra del Golfo. il punto in cui era ancorata la petroliera, la probabile presenza di Ilaria Alpi.

In platea c’era anche Adolfo Granatelli, marchigiano di Porto Sant’Elpidio. Quella notte perse la sorella in quella tragedia. Era in viaggio di nozze e aveva ventisette anni. E’ stato invitato sul palco per un intervento attraverso il quale portare la propria testimonianza. Anche nelle sue parole è emerso tutto il senso di smarrimento di quei giorni, ma anche la grande fame di verità su quello che accadde quella maledetta notte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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