SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un amore nato per caso, grazie ad una lettera. Anzi, più lettere, scambiate ciclicamente con quelli che una volta venivano definiti gli amici di penna. Tempi lontani, dimenticati, appartenenti ad un mondo senza internet, senza blog, senza social.
“Erano gli anni sessanta, sui settimanali esistevano le pagine dedicate ai lettori”, ricorda Ruggero Po. “Si condividevano pensieri e passioni comuni e su una rivista musicale cominciai a dialogare con Maria Pulcini, una ragazza di San Benedetto”.
Passano decenni e, una volta approdato su Facebook, Po decide di trascrivere quel nome: “Cinque anni fa ci siamo ritrovati. Io e mia moglie siamo venuti a salutarla e quell’amicizia da virtuale è diventata reale”.
Nel mezzo, una vita tutta dedicata alla più grande passione: il giornalismo radiofonico. E alla radio Ruggero Po dedicherà uno dei due libri che intende scrivere prossimamente. “Mi piacerebbe farlo qui, c’è l’atmosfera giusta. Voglio raccontare come si è evoluta la radio, dalla cartolina postale al tweet. Una volta non c’erano le telefonate, comunicare col pubblico era davvero complesso”.
Gli inizi furono a Radio Capodistria. Per lui, originario di Carpi, si trattava di percorrere 400 chilometri in Cinquecento. “Andavo là, registravo materiale valido per almeno un mese e poi me ne ritornavo. Non potevo permettermi di restare. Da Carpi a Trieste il viaggio era tranquillo, poi da Trieste a Capodistria ogni volta era una scommessa. Dovevi superare la cosiddetta cortina di ferro”.
Dinamico ed esuberante, Po trovò la sua stabilità professionale in Rai, dove entrò alla fine degli anni ottanta. La prima avventura? A “3131” su Radio2, come redattore e inviato.
“Conduceva Corrado Guerzoni – ricorda – curavo i collegamenti dalle realtà di frontiera. Fui uno dei primi a realizzare un’inchiesta sulle condizioni del quartiere Zen di Palermo. La puntata riscosse successo, l’allora Ministro Iervolino chiese di replicare. Fu una svolta”.
Seguirono “La notte dei misteri”, “Baobab”, fino a “Radio Anch’io”, programma preso per le mani nel 2010 e coccolato per un intero quadriennio. Nel 2014 il passaggio a “Zapping” portato per mano fino ai saluti e alle dimissioni dello scorso giugno. “Non ho ricordi negativi – garantisce – mi ha fatto piacere conoscere Paolo Dall’Oglio, che ospitai più volte agli inizi della guerra in Siria”.
In merito a Zapping, spazio ad un pizzico d’orgoglio: “Quando arrivai la trasmissione aveva 210 mila ascoltatori e La Zanzara 320 mila. Dopo sei mesi, nella fascia 19.45-20, noi salimmo a 290 mila e Cruciani era sceso a 260. E’ stata una grande soddisfazione”.
E adesso? Spazio a collaborazioni miste, a partire da Formiche.net, senza dimenticare il ruolo nell’Asvis e i contributi per Radio Radicale.
“Ho preso casa a San Benedetto fino al 15 giugno e ci tornerò da metà settembre. Farò avanti e dietro con Roma. Non conosco ancora bene la città, ma mi piace molto. Siamo innamorati del mare Adriatico. Si sta davvero bene”.