È uscito da pochi giorni per il caratteri della Seri Editore di Macerata Il nuovo libro, l’ottavo, di Antonio De Signoribus. S’intitola “Le sette noci d’oro”; è composto da tre capitoli e da ventuno bellissime fiabe. L’autore, scrittore, filosofo, antropologo, nonché Maestro dì Letteratura Fiabistica Internazionale, ha lavorato con passione e competenza su alcune pietre grezze che aveva raccolto per farle diventare delle vere e proprie pietre preziose.
I personaggi delle fiabe di Antonio De Signoribus non sono esseri sovrumani, come gli eroi dei miti; sono personaggi comuni, però fortemente estremizzati: l’uno è l’incarnazione della bontà e della generosità, l’altro della cattiveria, e della ferocia. In queste fiabe non c’è, comunque, separazione tra umano e non umano: gli animali parlano e aiutano l’eroe a compiere la sua impresa. Quintessenza, comunque, delle fiabe dell’esperto e autorevole studioso De Signoribus, è il prodigio. Mutamenti improvvisi, unguenti magici, fate buone o cattive, belle come raggi di sole, ci lasciano come abbagliati, come rapiti…
“L’approfondita conoscenza- scrive Susanna Polimanti nella prefazione al libro- la vivacità della fantasia e la straordinaria ironia, rendono questo libro un classico di nuova generazione, sicuramente immortale, in grado di avvincere qualsiasi pubblico, bambini non esclusi… Durante il suo lavoro di raccolta e trasposizione, l’autore cura con particolare attenzione e spiccata intelligenza emotiva, la fruibilità dell’opera in chiave moderna. Nella narrazione traspaiono infiniti valori da difendere: la natura va rispettata perché in essa tutto ha una propria utilità; l’astuzia e l’intelligenza prevalgono spesso sulla malvagità e l’ignoranza; la lealtà e la generosità sono valori importanti dell’amicizia; bisogna saper contraccambiare i favori ricevuti; le promesse vanno mantenute; educare al rispetto e al perdono; fidarsi del proprio intuito; ascoltare il cuore e preoccuparsi dei più deboli”. Un libro da non perdere, dunque, specialmente in questo nostro tempo sempre più ruvido e avaro di sogni e di prodigi; è giusto dunque lasciarsi andare ai sogni e ai prodigi del meraviglioso libro di Antonio De Signoribus.