Mandare indietro le lancette del tempo e far tornare alla mente, i ricordi di quella gioventù che frequentò a San Benedetto del Tronto l’Asilo Merlini ,questo è quanto avvenuto a Roma presso il Pio Sodalizio dei Piceni, nello storico Palazzetto di Sisto V, a due passi da Piazza Navona, con la presentazione del libro L’Asilo Merlini – dal 1864 una storia cittadina, da parte dell’autore, il giornalista sambenedettese Emidio Lattanzi, e con gli interventi di Alberto De Angelis, attuale Presidente della Fondazione Teresa e Pietro Merlini.
“Una storia nella storia” si compiace definirla Lattanzi, che ricostruisce le vicissitudini di questo “Asilo” istituito nel 1863, quasi all’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, quando San Benedetto contava seimila abitanti e la maggioranza di essi erano contadini, che giunti dall’entroterra, stavano cominciando a riqualificarsi pescatori. L’autore ricorda che nel 1862 fu il consigliere comunale Antonio Mascarini, a convincere i colleghi ad aggiungere “del Tronto” al nome di San Benedetto, visto che nel Regno d’Italia, di “paesi con quel nome ce n’erano troppi, l’indicazione del fiume che lambiva la parte meridionale del territorio, avrebbe meglio identificato la contrada.E così il 29 luglio del 1862 nacque ufficialmente San Benedetto del Tronto.”.
Il libro ricorda gli illuminati cittadini che si tassarono per l’edificazione dell’Asilo, Cesare Paielli, Agostino Piacentini Rinaldi,Napoleone Neroni e Federico Voltattorni. In un tempo in cui né lo Stato né gli Enti pubblici non si facevano carico di una scuola materna per bambini, spesso abbandonati a se stessi, ci fu tra i sambenedettesi, chi diede aiuto non solo economico ma anche educativo per allontanare i bambini dalla strada e salvarli dai mali intenzionati. Per l’edificazione si aggiunse la somma di mille lire che la Congregazione della Carità donò al Comune. Domenica 5 giugno 1864 l’asilo fu inaugurato in Via Pizzi all’interno di alcuni locali dell’Ospedale. Gli fu assegnato il nome di Vittorio Emanuele II, in omaggio al Re di Sardegna che quattro anni prima aveva percorso a cavallo San Benedetto proveniente da Grottammare, ove era stato ospite dei Marchesi Laureati ed aveva attraversato poi il confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Dall’esame della documentazione storica, Lattanzi racconta che la gestione delle prime cinque stanze fu affidata alle suore dell’Ordine della Carità.
Vi erano due maestre e quattro assistenti. Il responsabile dell’archivio storico di San Benedetto del Tronto Giuseppe Merlini, ha ritrovato un documento ove è scritto: ”i bambini si ricreano col canto, con la ginnastica, i giochi e non vengono torturati coll’abuso dei consueti esercizi mnemonici. Durante la giornata i bambini hanno una abbondante e buona minestra, per la quale pagano 75 centesimi al mese. I poveri vengono esentati da questa tassa”. Più tardi l’asilo traslocò nella attuale sede. E’ nel 1997, dopo 130 anni, che le Suore della Carità dette anche le Cappellute lasciarono la gestione dell’Asilo Merlini. Il 1923 è un anno storico per l’asilo. Teresa Camozzi vedova di Pietro Merlini lasciò all’Asilo tre terreni e rispettive case coloniche siti in Monteprandone .Nell’ottobre dello stesso anno,l’asilo riaprì l’anno scolastico con la nuova denominazione di “Asilo D’Infanzia Teresa e Pietro Merlini.”
L’importo della retta mensile era di Lire 4, lire 5 e lire 15 a seconda del reddito familiare e di lire 3 mensili per le famiglie povere. Nell’elenco dei Presidenti dell’Asilo Merlini che si sono succeduti nei decenni, Lattanzi indica in Achille Feliziani colui che fu tra i più attivi, fu lui,anche, che iniziò la gestione del primo stabilimento balneare di San Benedetto. Nel tempo nell’asilo sorse anche un laboratorio di ricamo con il fine di avviare le giovani che anni prima avevano frequentato l’asilo, di avviarle, all’arte del ricamo. Schiere di bambini che frequentarono l’Asilo Merlini, nel tempo sono diventati persone importanti. Come ricorda l’attuale Presidente Alberto de Angelis anche durante la pandemia quando le scuole erano ferme, l’Istituto non ha mai fatto mancare anche se in maniera simbolica, la celebrazione della Festa della Mamma o del Papà o altre ricorrenze. La presentazione di Roma si è svolta presso il Pio Sodalizio dei Piceni, nel Salone dei Piceni ove è presente un mirabile affresco di Salvatore Salvati, risalente alla metà del XVI secolo, raffigurante “Le nozze di Canaa”,vi hanno partecipato giornalisti della sala stampa estera e del Vaticano . Il libro, meritoriamente voluto dal Presidente De Angelis, è corredato da numerose fotografie nelle quali probabilmente i lettori sanbenedettesi si ritroveranno di quando, da piccoli, frequentavano lo storico Asilo Merlini.
*Giornalista Sala Stampa Vaticana