di GINO TROLI*
L’arte a San Benedetto ha un nome e quel nome è Marcello Sgattoni. Abbiamo dovuto aspettare 23 anni per rivedere una sua antologica nella città di cui è anima artistica, narratore di storia di popolo, interprete profondo e limpido della sua profondità attraverso una poetica che dalle origini, dalla lezione originaria di Armando Marchegiani, lo vede voce di se stessa, artista vero, la cui parola d’arte la città attende per parlare a se stessa e al mondo. Le istituzioni cittadine hanno tardato troppo per creare al nostro artista principale le condizioni per una mostra celebrativa (l’ultima volta che abbiamo potuto ammirare alcune sue opere, fuori dal suo regno della Pietraia dei poeti, fu al Paese Alto, sotto al Torrione con la originalissima mostra Lu Malamente nel 2004) e, pur sottolineando la sensibilità con cui è stato accolto dall’associazione culturale Buon Vento presso gli ariosi spazi dell’ex cinema Delle Palme, non ci pare consono che il massimo artista sambenedettese non abbia avuto gli onori di uno spazio istituzionale come la Palazzina Azzurra.
Eravamo all’inaugurazione il 5 Agosto (I Fiori del III Millennio, 5 agosto-30 settembre,ex cinema delle palme) e l’abbraccio della città è stato sufficiente a sancire che Marcello, socio onorario del Circolo dei Sambenedettesi per i suoi meriti culturali, è amato dai suoi concittadini come si ama un figlio prediletto o se preferite un artista riconosciuto tale dalla sua gente, a cui i sambenedettesi hanno dato il compito di essere la voce di una civiltà, la propria, quella marinara. Nel bellissimo catalogo, che invitiamo tutti ad acquistare perché è giusto che rimanga in ogni casa sambenedettese traccia di questo evento, Marcello ci conduce per mano nella visita e scrive “Alla mia età (Marcello ha 88 anni portati benissimo e la sua vitalità è contagiosa) sono tornato indietro nel tempo: il mio piede sinistro l’ho incollato sopra i miei vent’anni, dopo la guerra ,la paura, la povertà e la fame, e il mio piede destro sopra i miei 88 anni di oggi. Così ho creato un ponte dove sotto scorre la ma vita con tutte le vicende e le storie di successi e insuccessi , con le umili cose che ho recuperato anche in mezzo ai rifiuti e fatto rivivere. Guardo il mondo e lo vedo né vecchio né nuovo perché sono libero e non mi faccio dettare da altri come guardare l’eternità , questa realtà dove ci sono anch’io dentro. Per me il moderno è antico e l’antico è moderno.”
Nasce qui da questo riflessione lo straordinario percorso della mostra che è anche una denuncia nei confronti della superficialità con cui guardiamo il degrado della terra, la solitudine dell’uomo e l’impotenza di fronte al passare del tempo, la perdita delle cose e della memoria.
L’arte, la sua forza impetuosa, arriva a tutti attraverso le cose che spesso dimentichiamo di “vedere” e che il poeta Sgattoni ci rimette davanti agli occhi perché finalmente la cecità che ci attanaglia diventi luce e se possibile amore per il cosmo e per ogni creatura animale o minerale che sia. Una grande mostra ma anche un viaggio dentro di noi e le nostre contraddizioni, un avvenimento imperdibile. Il nostro Circolo a settembre organizzerà una visita guidata per conoscere attraverso la voce di Marcello l’origine e il senso di ogni opera. La data verrà resa pubblica appena possibile e informeremo tutti i soci..
Il nostro vuole essere un omaggio profondo ad un vero artista e ad un sambenedettese che illumina la nostra città. Ma vorremmo chiudere con una proposta che prolunghi la mostra oltre la data di chiusura: per i 90 anni di questo grande artista sambenedettese occorre legare tutte le sue opere diffuse in un itinerario permanente che a partire dal Monumento ai caduti della Resistenza, passando per la Casa del Vento di Piazza Piacentini, arrivi fino alla Pietraia dei Poeti. Una consacrazione meritata, di una vita dedicata alla sua amata città.
*Presidente Circolo dei Sambenedettesi