mercoledì 22 Marzo 2023
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Davide Giacalone a Palazzo Piacentini per la presentazione del libro «Viva l’Europa viva»

L'appuntamento per il ciclo «Natale con gli Autori» si terrà sabato 16 dicembre alle 17.30

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 16 Dicembre ore 17.30 presso la Casa della Poesia Palazzo Bice Piacentini Davide Giacalone presenta il libro “Viva l’Europa viva”. Conversa con l’Autore Gianni Balloni. L’evento è organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con I Luoghi della Scrittura e la libreria la Bibliofila.

Davide Giacalone, editorialista per Rtl 102.5 e Il Giornale, è autore di saggi ed inchieste. Con Rubbettino ha pubblicato: Diario civile (2005), Razza corsara (2004), L’Italia come bugia (2003), Digiradio (2003), Non stop Views (2007) Una voce alla radio (2008), Good morning Italia! (2009), Terza Repubblica (2010), Sveglia! (2011), L’Italia dei 1000 innovatori (con A. Cianci 2011), Rimettiamo in moto l’Italia (2013), Senza paura (2014), Sindrome Calimero (2015), Viva l’Europa viva (2017). Libero professionista, per essere libero di scrivere quel che pensa.

Il libro: Europei si nacque. Europeisti si era. Antieuropeisti o euroscettici lo si è diventati. Europeisti lo eravamo… per normalità, molto anche per retorica, certo. Antieuropeisti lo si è diventati dopo avere goduto dei benefici dell’integrazione, quando i molti errori commessi e l’affermarsi dei vincoli parametrali hanno consentito di operare la più fantastica delle falsificazioni: i conti dissestati, la spesa pubblica improduttiva, il debito stellare, la connessa demoniaca pressione fiscale, non erano più conseguenza delle scelte che si erano fatte, del diffondersi dell’assistenzialismo, delle reclamate elemosine di Stato, dei contrasti al dispiegarsi del libero mercato e della tenace difesa delle rendite di posizione, ma erano tutte colpe dell’Europa.

Ciliegiona sulla torta: la viltà delle classi dirigenti, politica e non solo, che anziché assumersi il compito di richiamare alla ragionevolezza e all’ordine hanno provato a scaricare il peso delle cose dovute su un’entità astratta e prevalente: ce lo chiede l’Europa.

C’è del buono, in questo percorso degenerativo, che buono non è. Una delle cose buone è che dirsi europeisti non è più lo scontato e indistinguibile luogo comune, praticabile in qualche adunanza domenicale o in qualche rituale celebrazione scolastica. Dirsi europeisti è diventato un problema, un’affermazione che desta reazioni vivaci. Taluni credono sia quasi segno di follia. E io sono un europeista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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