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Scontro sullo sciopero generale: tensioni tra sindacati e governo. Salvini precetta

Il ministro sottolinea i numeri degli scioperi durante i 25 mesi di governo Meloni: oltre 1.300 proclamati e quasi 950 effettivamente realizzati
Pubblicato il 27 Novembre 2024

A pochi giorni dallo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL per venerdì 29 novembre, lo scontro tra i sindacati e il governo Meloni si intensifica. Al centro della disputa c’è la richiesta, avanzata dalla Commissione di garanzia sugli scioperi e raccolta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), di ridurre la durata dello sciopero nei trasporti da otto a quattro ore.




La risposta di CGIL e UIL, guidati rispettivamente da Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, non si è fatta attendere: confermano la protesta di otto ore, mentre il vicepremier e ministro Matteo Salvini firma la precettazione per limitare i disagi.

La battaglia legale e politica

CGIL e UIL si preparano a impugnare la precettazione, definendola una “forzatura”. Landini accusa: “Interverremo al TAR per difendere il diritto di sciopero”. Bombardieri aggiunge che il provvedimento è un attacco alle libertà sindacali. Tuttavia, il rischio di sanzioni sui singoli lavoratori potrebbe portare i sindacati ad adeguarsi alla riduzione delle ore di sciopero, come già avvenuto in precedenza.

Salvini, da parte sua, difende la misura e sottolinea i numeri degli scioperi durante i 25 mesi di governo Meloni: oltre 1.300 proclamati e quasi 950 effettivamente realizzati. “Più di uno sciopero al giorno,” ironizza il ministro, “e guarda caso sempre di venerdì”. Salvini si appella al diritto alla mobilità dei cittadini, sottolineando che la precettazione è necessaria per evitare gravi disagi.

I fronti contrapposti

Da una parte, CGIL e UIL vedono nell’azione del governo un tentativo di limitare il diritto di sciopero, garantito dalla Costituzione. Criticano anche il ruolo del Garante, accusandolo di seguire “i diktat del ministro Salvini”. I sindacati chiedono conto al governo delle azioni intraprese negli ultimi due anni per migliorare i trasporti e garantire la sicurezza, sottolineando che il diritto alla mobilità non può essere evocato solo in occasione di scioperi.

Dall’altra parte, il governo difende la linea dura. Salvini ribadisce che il diritto alla mobilità, alla salute e al lavoro dei cittadini deve prevalere sui disagi causati da scioperi frequenti e spesso concentrati in giornate strategiche.

Le ragioni dello sciopero

Lo sciopero generale coinvolgerà tutti i settori, escluso quello ferroviario. Metalmeccanici, lavoratori del commercio, personale della scuola, sanità, giustizia e poste si fermeranno per chiedere modifiche alla legge di Bilancio, considerata “inadeguata”. Le richieste dei sindacati includono aumenti di salari e pensioni, maggiori investimenti in sanità, istruzione e servizi pubblici, e una nuova strategia per le politiche industriali.

Maurizio Landini guiderà la manifestazione a Bologna, mentre Pierpaolo Bombardieri sarà a Napoli. La mobilitazione mira a sottolineare il bisogno di un cambiamento concreto nelle politiche economiche e sociali del governo.

Il sostegno del PD

Il Partito Democratico si schiera al fianco dei sindacati, accusando Salvini di lavorare sistematicamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Arturo Scotto, capogruppo PD in commissione Lavoro alla Camera, e Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del PD, ribadiscono che il diritto di sciopero è costituzionalmente garantito e deve essere tutelato.

Prospettive future

Resta da vedere se CGIL e UIL si adegueranno alla precettazione o se porteranno avanti il ricorso al TAR. Intanto, il dibattito sui diritti dei lavoratori e sulla gestione del conflitto sociale in Italia continua a polarizzare il Paese, evidenziando ancora una volta le tensioni tra governo e sindacati. Venerdì 29 novembre sarà un banco di prova cruciale per entrambe le parti.