Il governo sta lavorando per garantire per un altro anno il bonus ristrutturazioni al 50%, evitando così che, da gennaio, l’agevolazione fiscale scenda al 36%. Questo è uno degli interventi allo studio presso il ministero dell’Economia, dove si cerca di chiudere il quadro delle coperture necessarie per la prossima legge di Bilancio, con l’obiettivo di mobilitare circa 25 miliardi di euro.
La tempistica è stretta: entro il 15 ottobre il governo deve inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, il quale costituisce lo scheletro della manovra. La riunione del Consiglio dei ministri per il varo della manovra è attesa per martedì sera, dopo le comunicazioni della premier alle Camere. Successivamente, la manovra sarà discussa in Parlamento entro il 20 ottobre.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è mostrato fiducioso, sottolineando che sarà una manovra “equilibrata”. Tra le misure chiave ci sarà la conferma del taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo, oltre a interventi a favore delle famiglie per contrastare la denatalità , considerata “il problema dei problemi” per il Paese. Potrebbe essere inclusa anche una misura legata al “piano casa”, richiesta da Confindustria, per sostenere i dipendenti che si spostano di residenza e affrontano difficoltà nel trovare affitti a canoni calmierati.
Spunta inoltre la possibile proroga del bonus ristrutturazioni, come ha annunciato il viceministro alle Finanze, Maurizio Leo, ipotizzando il mantenimento della detrazione al 50% sulle ristrutturazioni della prima casa, sebbene la decisione dipenderà dalle risorse disponibili.
Il tema delle risorse è uno dei più complessi. Oltre ai 9 miliardi previsti dal deficit, il governo conta su circa 2 miliardi dalla spending review, su ulteriori risparmi dalle tax expenditures e dal riallineamento delle accise, e su fondi destinati alla riforma dell’Irpef. Sacrifici saranno richiesti ai ministeri e agli enti locali, mentre lavoratori e imprese non saranno colpiti, ha garantito Giorgetti.
Le opposizioni continuano a criticare il governo, con Elly Schlein che definisce il riallineamento delle accise “la nuova tassa Meloni”, mentre Giuseppe Conte giudica insufficiente il bonus ristrutturazioni al 50%. Giorgetti, però, ha difeso l’operato del governo, ricordando il taglio del cuneo fiscale e ribadendo che le tasse sono state ridotte.
Infine, le banche e le grandi imprese restano sotto il mirino del governo, che intende chiedere un contributo anche a loro. Giorgetti ha ribadito l’importanza che tutti i settori, inclusi i banchieri, facciano la loro parte, escludendo per ora un contributo specifico da parte delle imprese energetiche.