Le famiglie beneficiarie dell’assegno unico universale hanno tempo fino al prossimo 28 febbraio per rinnovare l’Isee e continuare a ricevere l’importo spettante in base alla loro situazione economica. In caso contrario, dalla mensilità di marzo verrà erogata solo la quota minima, pari a 57,5 euro mensili per ogni figlio a carico under 21.
Il problema, però, riguarda i tempi di rilascio dell’Isee: i Centri di assistenza fiscale (Caf) segnalano ritardi che possono arrivare fino a 15 giorni per ottenere l’attestazione, contro i 3-4 giorni degli anni passati. Lo riporta Il Sole 24 Ore. A confermare la situazione è Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf: «Al momento l’80% delle pratiche richiede almeno dieci giorni per essere completato».
Attualmente, oltre la metà delle famiglie beneficiare riceve la quota massima dell’assegno unico, che nel 2025 arriverà a 201 euro al mese per ogni figlio minorenne con Isee inferiore a 17.227 euro. Il 18% circa, invece, riceve la quota minima, spettante ai nuclei con Isee superiore a 45.939 euro o non aggiornato. Se entro fine febbraio non si provvede al rinnovo, molti potrebbero ritrovarsi in questa fascia a partire da marzo.
Non solo l’assegno unico: anche altri bonus sociali rischiano di essere sospesi per il mancato aggiornamento dell’Isee. L’agevolazione sulle bollette di gas e luce, ad esempio, richiede il rinnovo entro il 31 gennaio. Se la nuova attestazione non sarà disponibile in tempo, i beneficiari potrebbero dover pagare le bollette senza lo sconto previsto.
Dall’Inps fanno sapere che i ritardi sarebbero dovuti a interventi informatici di inizio anno, che hanno generato un accumulo di richieste. Rocco Lauria, responsabile della direzione centrale Inclusione e Sostegno alla Famiglia, assicura: «Abbiamo sempre rispettato i termini previsti per legge dei dieci giorni lavorativi e stiamo lavorando per ridurre l’arretrato».
A complicare ulteriormente la situazione potrebbe essere la prossima pubblicazione del Dpcm di riforma dell’Isee, che escluderà dal calcolo i titoli di Stato fino a 50mila euro. Il decreto, già approvato dalla Presidenza del Consiglio, è ora in attesa del parere della Corte dei Conti, previsto nei prossimi giorni. Secondo le stime, circa il 28% delle pratiche analizzate dai Caf Acli contengono titoli di Stato o prodotti di risparmio postale garantito, con un’incidenza maggiore nel Sud Italia.
Con meno di tre settimane di tempo per mettersi in regola, le famiglie devono muoversi rapidamente per evitare riduzioni negli importi o la sospensione di alcune agevolazioni.