Si chiamava Adrian Petroiu, l’operaio di 32 anni di origine romena residente a Poggio Bustone in provincia di Rieti che ieri è morto in seguito ad un incidente avvenuto mentre stava installando una rete metallica di protezione su una parete rocciosa. Lascia la moglie e due figli. E’ stato schiacciato da un grosso traliccio che stava issando. Tra l’altro un suo collega di lavoro, che ha assistito a tutta la scena, è stato soccorso dall’ambulanza dopo essere stato colto da un forte malore legato allo choc.
La tragica notizia ha suscitato numerose reazioni tra cui quella dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Le tre sigle sindacali parlano di “ennesimo incidente mortale”. “Stavolta è avvenuto su un cantiere del cratere sismico ad Arquata del Tronto, proprio nella settimana in cui le organizzazioni sindacali hanno scioperato sul tema della sicurezza. Ancora una volta piangiamo una vittima sul lavoro, una morte ingiusta che deve far riflettere tutti noi”.
“L’obiettivo per il futuro rimane quello di ridurre al minimo il rischio di infortuni, in particolar modo quelli gravi e mortali. “Zero Morti sul lavoro” non deve essere solo uno slogan ad effetto, ma un obiettivo da perseguire, un obiettivo di civiltà da raggiungere con la collaborazione di tutti i soggetti che hanno a cuore il tema della sicurezza dei lavoratori, a cominciare dalle Istituzioni. Di fatto non c’è giorno in cui non bisogna elencare qualche “morte bianca”, che bianca non è, né per la famiglia, né per la società. I dati regionali di settembre sono inquietanti: 11.929 infortuni sul lavoro denunciati da gennaio, 872 in più rispetto al 2020 (+7,9%), e quello edile risulta uno dei settori più colpiti. Infortuni che spesso hanno esito mortale: 25 i lavoratori deceduti dall’inizio dell’anno (4 nel solo settore delle costruzioni,al quale si aggiunge il lavoratore che oggi purtroppo è venuto a mancare)”.
“Le O.O.S.S. del settore delle costruzioni delle province di Ascoli Piceno e Fermo FENEAL UIL, FILCA CISL e FILLEA CGIL, da sempre sono impegnate a condurre una vera e propria battaglia per la sicurezza sul lavoro sollecitando le istituzioni locali e gli enti preposti al controllo affinché si impegnino ad emanare normative più severe contro quelle imprese che, in ragione del profitto, tagliano drasticamente i costi legati alla sicurezza. Il posto di lavoro non può più essere il luogo dove si perde la vita, ma il luogo di diritti e della dignità della persona. Feneal, Filca eFillea di Ascoli e Fermo hanno incentivato strumenti utili come il contratto integrativo territoriale, abbiamo rafforzato le figure dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST), potenziato gli Enti Bilaterali locali (Cassa edile, Scuola Edile e CPT). Il percorso avviato dalle O.O.S.S. non può prescindere da un confronto serio e costruttivo con le altre parti coinvolte (Ance, associazioni artigiane di settore, consulenti del lavoro, ordini professionali che quotidianamente hanno rapporti con le imprese sui cantieri edili): non vogliamo piangere i morti, vogliamo vedere un approccio serio e profondo al tema della sicurezza da parte delle Istituzioni, a partire dal Governo e dalla Regione per rimettere al centro la vita dei lavoratori e non solo il profitto.”