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Sparatorie a Macerata, educatore di Grottammare bloccato in casa: “Siamo come prigionieri”

Il giovane si trova con alcuni bambini ospiti della struttura: "Abbiamo chiuso tutto, aspettiamo notizie dalla polizia"
Pubblicato il 3 Febbraio 2018

MACERATA – “Mi hanno svegliato le sirene. Credevo fosse un’ambulanza di passaggio ma poi mi hanno detto cosa stava succedendo”. Racconta così i primi momenti del caos scoppiato a Macerata, nei pressi della stazione ferroviaria e poi in altre due zone della città, Othmane Bouidri, 25enne grottammarese, che si trova a Macerata per motivi di lavoro.

Bouidri, che lavora come educatore in una struttura di accoglienza per minori non accompagnati, sarebbe dovuto tornare a casa per il suo giorno libero e si è trovato invece nel mezzo di una situazione che ai suoi occhi ha dell’incredibile.

“La situazione è strana. Non è qualcosa che vivi tutti i giorni e non ti capaciti esattamente della gravità della cosa. Ci ritroviamo barricati in casa, con minorenni, alcuni stranieri e di colore, che stiamo tenendo al sicuro. Fuori c’è la polizia, che da diverse ore pattuglia la città alla ricerca di quello che ci hanno detto essere una persona, a bordo di un’auto, che sta girando per la città e spara alle persone”.

Prigionieri all’interno della stessa struttura che li ospita e in cui lo stesso Bouidri lavora, le notizie che arrivano non sono confortanti per i residenti e il personale della casa di accoglienza.

“Abbiamo chiuso le porte, le finestre e le serrande. La polizia è qui fuori, intorno alla zona della stazione. Sarei dovuto tornare a casa oggi, per il mio giorno libero e invece sono bloccato qui, con le notizie che mi arrivano di alcune persone che ho aiutato in passato, richiedenti asilo che ho assistito, che sono state ferite per la strada”.

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