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Ripatransone, il caso dell’abitazione occupata finisce a Fuori dal Coro. Simona: “Rivoglio la mia casa”

Su Rete 4 la vicenda di Simona, che non riesce a rientrare in possesso del proprio alloggio: "Il giudice ha dato alla signora a cui era scaduto il contratto d'affitto gli arresti domiciliari proprio lì. Come è possibile?"
Pubblicato il 26 Settembre 2024

di Massimo Falcioni

RIPATRANSONE. “Io rivoglio avere la mia casa, qualcuno mi aiuti a rientrarne in possesso”.




La storia di Simona finisce a “Fuori dal Coro”, trasmissione di Rete 4 condotta da Mario Giordano. La vicenda, cominciata nel maggio del 2023, riguarda l’accordo per un contratto d’affitto transitorio siglato tra la signora di Ripatransone e un’altra donna, che in un secondo momento avrebbe dovuto acquistare l’alloggio.

“L’occupante invece sparisce – racconta l’inviata Viviana D’Introno – non compra e non rinnova il contratto”. A questo punto Simona spiega: “Ho saputo che la signora era stata arrestata e che aveva chiesto i domiciliari proprio lì. Come è possibile che si mandi una persona ai domiciliari in un alloggio in cui non c’è contratto e in cui io ho la residenza coi miei figli? Ci ho investito una vita e ci sto rimettendo la salute. Non sono stata sentita da nessuno, né dopo l’arresto, né quando l’hanno rimandata qui. Sono venuta a conoscenza di queste cose attraverso la stampa”. La giornalista, inoltre, comunica che in quella casa, situata nelle campagne di Ripa, c’è anche un’altra persona.

“Lei non è un avvocato, non è un giudice – è la secca replica dell’occupante alla D’Introno – c’è un Tribunale e ci sono gli avvocati”.

Al rientro in studio, Simona riceve il sostegno di Giordano, che attacca: “Il problema è che c’è un giudice che decide di darle i domiciliari lì. La cosa che mi fa impazzire è che non vengano fatte rispettare le leggi da chi dovrebbe rispettarle”.

In merito all’arresto, risalente al dicembre scorso, il caso finì sotto i riflettori quando i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Varese fermarono, in flagranza di reato, una donna rea di aver importato quattro chili di cocaina, occultata nel doppiofondo di una pentola. La spedizione, arrivata alla Cargo City dell’Aeroporto di Malpensa proveniente dall’Ecuador, era stata intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa che, sulla base di accurate procedure di selezione basate su indici di rischio economico-finanziario, avevano individuato quella contenente la sostanza stupefacente.

Nella fase successiva all’analisi di rischio, i finanzieri avevano pertanto ispezionato un pacco contenente un set di pentole apparentemente insospettabile. Tuttavia, accurati controlli avevano permesso di notare tra i numerosi tegami visivamente perfetti uno più pesante degli altri, in cui era stato ricavato un doppiofondo tra la parte di cottura ed il tegame contente la cocaina.

Il carico incriminato, secondo le Fiamme Gialle, avrebbe potuto fruttare circa 6 mila dosi per un valore di 300 mila euro. Accuse da cui oggi la donna si difende: “Non è vero niente, sono andata a ritirare un pacco che non era mio”.