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Recupero opere d’arte rubate, il bilancio del 2020 dei carabinieri. Centinaia di controlli, nel Piceno ritrovati antichi volumi

I numeri registrati nell'anno passato
Pubblicato il 7 Maggio 2021

Nel 2020, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona (TPC),  hanno proseguito nelle attività tese al recupero dei beni culturali illecitamente sottratti. L’azione operativa, grazie alla preziosa collaborazione dell’Arma Territoriale, con le Stazioni capillarmente presenti sul territorio, nonché di altri reparti dell’Arma quali Nuclei Elicotteri e Carabinieri subacquei ,  si è estrinsecata attraverso attività preventive e repressive. Fondamentale strumento di supporto e di analisi per le attività svolte è la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo.

ATTIVITÀ PREVENTIVA E DI CONTROLLO

  • Controllo aree archeologiche: 95 ;
  • Controlli aree paesaggistiche: 172 ;
  • Controllo esercizi antiquariali: 145 ;
  • Controllo mercati e fieri antiquariali: 27.

In   diminuzione seppur di poco  i furti di beni d’arte sia in musei , luoghi espositivi pubblici o privati, luoghi di culto, archivi e biblioteche e luoghi di privati. Infatti nel 2019  nel territorio di competenza del Nucleo di Ancona  si erano registrati  16 furti  mentre nel 2020  15.  Tale risultato è il frutto dell’intensa collaborazione  instaurata dai  Carabinieri con vari soggetti deputati alla salvaguardia e custodia dei beni culturali , tra questi possiamo ricordare: i funzionari delle soprintendenze la cui collaborazione già attiva si è ulteriormente saldata,  formando, secondo le rispettive attribuzioni e competenze ,  un unico fronte di protezione a favore dei beni culturali;   i responsabili delle strutture museali, archivi e biblioteche,  dove a seguito delle verifiche da parte dei Carabinieri    sono stati innalzati i livelli di sicurezza ; i responsabili degli uffici beni culturali delle Diocesi  con i quali si sono istaurati frequenti contatti e specifici incontri a cui hanno preso parte i  parroci e il personale incaricato della gestione dei beni culturali ecclesiastici; i sindaci delle città e dei piccoli borghi marchigiani e abruzzesi coi i quali si è  istaurato un frequente e positivo dialogo. In ultimo e non per importanza si sottolinea il ruolo fondamentale di molti cittadini che hanno fornito ai Carabinieri  un prezioso  supporto soprattutto in fase preventiva.

ATTIVITÀ REPRESSIVA

Le attività di contrasto poste in essere dal Nucleo TPC di Ancona hanno consentito il recupero di  3767  beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, di pregevole fattura, per un valore stimato di euro 2.882.900

  • Persone denunciate a piede libero: 155 di cui 20 per reati in danno del paesaggio;
  • Beni recuperati:
  • beni antiquariali, archivistici e librari: 603;
  • reperti archeologici: 131 di cui 1473  interi e 1388  frammenti;
  • reperti paleontologici: 42;
  • opere d’arte contemporanea contraffate: 6

 Tra le attività repressive condotte si ricorda:

 Ancona:  a seguito di una complessa e prolungata attività investigativa veniva  individuata in un giardino privato una scultura in marmo di travertino delle dimensioni di cm 153 X 139, raffigurante “aquila imperiale” attribuita allo scultore Mentore Maltoni (Ancona 1894- Ancona 1956) , che faceva parte  del complesso monumentale in onore dell’imperatore Traiano  inaugurato nel 1934 in questo viale XX settembre. Subito dopo il secondo conflitto mondiale  la scultura ritrovata, che insieme a una sua gemella costituivano  la cornice scenografica del monumento,  vennero disperse e di fatto oggi  nel sito esiste solo la statua dell’imperatore.  L’intenza attività di ricerca portata avanti da questo Nucleo che si è avvalso di storici e giornalisti locali , ( l’architetto Massimo Di Matteo e il giornalista  Giampaolo Milzi), ha consentito di generare una copiosa  documentazione che riconduceva senza ombra di dubbio il bene al monumento, anche mediante confronto fotografico effettuato dal personale tecnico del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica della Questura di Ancona.   La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona – PM dott. Rosario Lioniello –  concordando pienamente con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri del  Nucleo TPC di Ancona emetteva decreto di sequestro della scultura. Il bene  che ha un peso di oltre  quattro quintali dopo la messa in sicurezza da parte dei funzionari restauratori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ancona, è stata prelevata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Ancona . La stessa è stata affidata in giudiziale custodia al Comune di Ancona e collocata nella civica pinacoteca.

 Ascoli Piceno: Nel corso del controllo di un mercatino dell’antiquariato venivano notati in vendita degli antichi volumi  che riportavano delle classificazioni bibliotecarie e dei timbri che risultavano cancellati. Le investigazioni hanno consentito di accertare che il venditore era in possesso di nr. 45 volumi  datati tra il 1646 e il 1719, provenienti dalla biblioteca del Convento di San Bernardino di Rimini , soppressa negli anni 80 dello scorso secolo e il cui patrimonio librario è confluito nell’archivio di Stato di Rimini. Verosimilmente in questo periodo i libri sono stati sottratti. Da ulteriori accertamenti è emerso che il venditore aveva ricevuto i libri da un soggetto ascolano che a sua volta li aveva ereditati da un congiunto che era deceduto. A seguito delle risultanze investigative la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno ha emesso decreto di sequestro dei beni.

Pesaro: a seguito di attività investigativa  veniva accertato che una statua lignea policroma datata 1690 raffigurante  San Pietro Di Alcantara  attribuita a Paolo Ghirlanda, era presente nella chiesa Santa Maria Nuova di Fano (PU) , e risultava  di proprietà del comune di Fano. Nel 1981 la scultura venne spostata senza alcuna autorizzazione  in un convento di Mombaroccio (PU) e successivamente presso il Museo  dei Cappuccini di Falconara Marittima.  Gli accertamenti sviluppati da questo Nucleo in collaborazione con la Compagnia Carabinieri di Fano hanno consentito di  accertare che tutti gli spostamenti non furono mai comunicati alla soprintendenza e pertanto la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro ha emesso un decreto di sequestro della scultura  che successivamente è stata restituita al legittimo proprietario il comune di Fano.

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