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Reati tributari e sulla sicurezza, sequestrati 600mila euro a un imprenditore cinese

Il denaro era depositato su sette conti correnti, in crediti ma anche utilizzato per acquistare macchinati
Pubblicato il 25 Luglio 2022

I finanzieri della Tenenza di Senigallia, su disposizione della Procura della Repubblica di Ancona, nelle scorse settimane hanno dato esecuzione ad una sentenza divenuta irrevocabile emessa dal locale Tribunale nei confronti di un imprenditore tessile di origine cinese, imputato e condannato alla pena di due anni di reclusione per reati tributari e in materia di sicurezza sul lavoro, con la quale è stata disposta la confisca “per equivalente” del frutto del reato, fino a concorrenza della somma di 600.000 euro.

La condanna è stata inflitta sulla base degli elementi emersi al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria condotta dagli stessi finanzieri senigalliesi e coordinata dalla Procura della Repubblica dorica, nel corso della quale venivano ricostruiti i reali utili dell’imprenditore condannato, occultati al Fisco grazie al sistema “apri e chiudi” di numerose imprese, con l’utilizzo di vari prestanome, nonchè mediante il ricorso a fatture per operazioni inesistenti per centinaia di migliaia di euro. Nel corso delle attività investigative, svolte sia attraverso perquisizioni eseguite in orario notturno negli opifici utilizzati dall’imprenditore, sia tramite mirati accertamenti bancari e l’escussione in atti di numerosi clienti e fornitori della ditta, venivano denunciati tre responsabili, per reati di natura fiscale e per diverse e ripetute violazioni in materia di sicurezza del lavoro. Le complesse attività eseguite permettevano, quindi, di ricostruire le dinamiche di quattro diverse società, appositamente costituite al fine di frodare il fisco, tutte riconducibili al citato imprenditore ma formalmente intestate ad altrettanti prestanome, operanti sempre nello stesso opificio e con i medesimi clienti e fornitori.

I finanzieri, pertanto, in esecuzione della citata sentenza di condanna, hanno proceduto alla confisca delle disponibilità finanziarie detenute su sette diversi conti correnti, crediti verso terzi, oltre che di quaranta macchinari utilizzati nell’attività produttiva, quali macchine professionali da cucire, stiratrici industriali e attaccabottoni, nella disponibilità del citato imprenditore.

L’attività s’inquadra nell’alveo del servizio della Guardia di Finanza, quale Forza di polizia economico-finanziaria, costantemente impegnata quale presidio della legalità del Paese nel contrasto ai fenomeni di evasione fiscale a tutela dei contribuenti onesti e a salvaguardia della sicurezza dei lavoratori.

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