ASCOLI PICENO. Questa mattina, un sit-in di protesta organizzato dal sindacato di polizia Siulp ha preso il via davanti alla Questura di Ascoli Piceno per poi spostarsi davanti alla Prefettura. L’iniziativa è stata motivata dalla crescente preoccupazione per l’incredibile escalation di agenti feriti durante gli scontri e le manifestazioni. Il grave episodio che ha scatenato la protesta è avvenuto in seguito alla partita tra Ascoli e Pisa, durante la quale numerosi poliziotti sono rimasti feriti.
Benedetto Fanesi, Segretario Provinciale del Siulp, ha parlato con fermezza, evidenziando come l’attuale situazione sia insostenibile. “Nel 2023, sono stati 120 gli operatori di Polizia rimasti feriti negli scontri nelle manifestazioni di piazza. Dall’inizio dell’anno ad oggi, se ne registrano già 115”, ha dichiarato Fanesi, sottolineando l’allarmante aumento dei casi di violenza contro le forze dell’ordine.
Il contesto nazionale non è meno preoccupante. Nei primi cinque mesi del 2024, su 6429 manifestazioni principali, oltre il 30% in più rispetto al 2023, solo nel 2.3% dei casi si sono verificate criticità per l’ordine pubblico. Tuttavia, il calcio italiano sta diventando sempre più violento, come confermato dai dati pubblicati dall’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive del Viminale per le stagioni 2021-22 e 2022-23. In queste stagioni, il numero degli arresti per comportamenti violenti è più che raddoppiato, passando da 59 a 125, mentre gli incontri con feriti sono aumentati da 66 a 113, e i feriti tra le forze dell’ordine sono passati da 72 a 147.
La protesta
“Il trend nazionale avrebbe dovuto far riflettere l’Amministrazione su ciò che non è andato”, ha continuato Fanesi. “Gli scontri di Ascoli – Pisa, dove 16 colleghi della Polizia di Stato sono rimasti feriti, rispecchiano questa tendenza. Il Siulp ritiene sia fallito il sistema di prevenzione, per una chiara responsabilità gestionale, così come quello di repressione, considerata l’esiguità degli attuali provvedimenti presi contro i tifosi più facinorosi”.
Invece, le dichiarazioni fatte da chi gestisce l’ordine pubblico hanno suscitato indignazione tra gli operatori. “Impensabile giustificare che i 16 feriti siano un danno collaterale da accettare supinamente”, ha affermato Fanesi. Il Siulp sperava in una presa di responsabilità da parte dell’Amministrazione, ma vi è stato uno scarico di responsabilità che non va nella direzione auspicata della tutela della sicurezza dei lavoratori.
Gli agenti feriti
Il sindacato ha quindi deciso di non abbandonare i colleghi feriti, ma di continuare a sensibilizzare sulle aggressioni allo Stato. Manifestare davanti alla Questura ed alla Prefettura, con una delegazione di quadri sindacali della provincia di Ascoli Piceno, delegati provinciali della Regione Marche, e provenienti dall’Emilia Romagna e dall’Abruzzo, con la condivisione dell’iniziativa da parte del sindacato confederale Cisl di Ascoli Piceno, è un atto obbligato.
“#IONONsonoNESSUNO – tornare a casa incolume è un MIO diritto, non è uno slogan asettico, ma una frase piena di amarezza e di speranza”, ha sottolineato Fanesi. “La speranza del Siulp è che il ‘caso Ascoli’ sia il volano di un cambiamento nazionale necessario sia nell’approccio interno dei nostri funzionari, sia operativo con l’introduzione di misure normative e sanzioni economiche”.
È fondamentale, ha concluso il sindacalista Siulp, “lavorare affinché i dati nazionali sopra elencati, ossia la percentuale delle criticità negli eventi di ordine pubblico ed i correlati feriti tra le forze di polizia, progressivamente si riducano fino ad azzerarsi”.