SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Per l’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza Raffaele De Chiara è finito un incubo. E’ stato assolto con formula piena da tutti i capi di imputazione che gli erano stati addebitati. La sentenza è arrivata dalla Corte di Appello di Ancona che si è pronunciata oltre che sui trentadue capi d’accusa per il quale era già stato assolto in primo grado, anche per l’unico reato, minore, che lo aveva visto condannare: quello di accesso abusivo al sistema informatico. E’ stato assolto anche per quello. «E non per prescrizione – precisa l’avvocato Nobile Viviano che ha assistito De Chiara insieme all’altro legale Francesco Voltattorni – ma perché il fatto non sussiste. Oggi si conclude una delle vicende giudiziarie più strane sulle quali mi sia trovato a lavorare». Le due persone che si erano costituite parte civile, vale a dire un altro ufficiale delle Fiamme Gialle e un imprenditore della zona, sono invece state condannate a pagare le spese giudiziarie. Per De Chiara quello di oggi è insomma stato il primo giorno di una nuova vita dopo anni vissuti a lavorare per far crollare accuse estremamente pesanti, come corruzione e peculato, che lo avevano portato lontano dalla Guardia di Finanza e lo aveva costretto a combattere con tutte le forze per scrollarsi di dosso quell’immagine pesantemente negativa che le tante accuse mosse nei suoi confronti gli avevano cucito addosso. Il tutto con facilmente immaginabili conseguenze sulla sua vita privata, sociale e professionale. Oggi può cantare vittoria ma con l’amarezza di chi ha passato una importante parte della propria vita a doversi difendere da pesantissime accuse che oggi il Tribunale ha giudicato inconsistenti. «Degli oltre trenta reati ipotizzati – ha detto ieri lo stesso De Chiara dopo la sentenza della Corte d’Appello – non ne ho commesso nemmeno uno. Chi, come me, è già passato sa bene che l’onore restituito non lenisce le ferite profonde che dieci anni di sofferenze giudiziarie si lasciano dietro. Tutti dovrebbero sapere – anche le procure e la polizia giudiziaria – che le vite degli altri sono una cosa seria: intelligenti pauca».