Un po’ macabra ma efficace. Questa volta la provocazione messa in piedi, all’alba, da Casa Pound è stata quantomeno comunicativa. I militanti della sezione sambenedettese hanno simbolicamente bendato le statue dei pescatori del complesso “il mare il ritorno” (di fronte al mercato ittico), de “la Famiglia del Pescatore” (antistante il comune) e de “la Retara” (Viale Secondo Moretti). Al collo di queste statue è stato, inoltre, lasciato un cartello con scritto: “Non fatemi vedere come si è ridotta la mia città”.
“I soggetti scolpiti – spiega il movimento in una nota – rappresentano i padri della nostra città, coloro che con il loro sudore hanno permesso che un piccolo borgo di pescatori diventasse la regina dell’Adriatico, una città da tutti ammirata, all’avanguardia nel settore ittico e una delle mete turistiche più ambite nel panorama nazionale”.
“Vogliamo allora evitare – precisa la nota – che questi vedano come è stata ridotta la nostra città da quindici anni di pessima amministrazione: la nostra marineria non è più un vanto e non gode di alcun sostegno, tanto che la stessa Festa della Marina ha ormai perso gran parte del suo significato; il turismo, di certo, non sta vivendo il suo periodo migliore, tanto che San Benedetto è ormai superata in numero di presenze turistiche da altri comuni marchigiani.
I motivi sono noti: siamo stati governati da amministrazioni che non amano San Benedetto e per questo non fanno altro che mancarne di rispetto e infangarne l’immagine e così ci ritroviamo a vivere in una città sporca e non curata, deturpata dalle pensiline fotovoltaiche, stuprata dai piccoli-medi fenomeni di degrado sociale e incapace di partorire un solo evento di rilevanza nazionale capace di richiamare turisti”.
“Il nostro movimento allora – conclude CasaPound – si vuole ergere a faro di coloro che tengono a cuore il futuro di San Benedetto e che sono pronti, attraverso le proprie ed uniche forze, a rilanciare la città, non solo sul piano provinciale e regionale, ma anche sul piano nazionale”.