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Monteprandone, parla la madre di uno dei contagiati: “Nessuno li ha controllati su treni e traghetti, si sono portati i termometri da casa. Mio figlio chiuso in camera da giorni”.

Il ragazzo sta bene: "Gli lascio il cibo fuori dalla porta. Glielo ho sconsigliato ma non possiamo legare i nostri figli alle sedie"
Pubblicato il 13 Agosto 2020

MONTEPRANDONE – «Hanno preso treni e traghetti senza nessuno che li controllasse. Nemmeno la temperatura gli hanno misurato». E’ lo sfogo della madre di uno dei giovani di Monteprandone risultato positivo al coronavirus dopo il viaggio in Grecia, a Corfù. «Mio figlio è chiuso nella sua camera e gli lascio le cose da mangiare fuori dalla porta – spiega -. Fin dal giorno prima che rientrasse in Italia mi ha chiamato dicendomi che al suo rientro avrebbe fatto il tampone e si sarebbe messo in isolamento. Perché soltanto una volta arrivati a Corfù i ragazzi hanno capito in quale guaio si fossero cacciati». La donna non ci sta al clima da caccia alle streghe letteralmente esploso sui social dopo la notizia di quei casi di positività al covid tra i quali rientra suo figlio. La comitiva con la quale il ragazzo ha condiviso quella vacanza, era composta da nove persone: «Parliamo di ragazzi che sono rimasti tappati in casa durante il lockdown – spiega – hanno fatto la maturità e superato gli esami. Si sono regalati una vacanza. Noi genitori avevamo detto che era meglio che restassero in Italia ma sono grandi e non possiamo legarli a una sedia. Tanto più che lo Stato non ha lanciato alcun allarme relativamente ai viaggi in Grecia. Anzi, fino a qualche settimana fa erano i greci che non volevano gli italiani». La prima sorpresa l’hanno avuta quando hanno raggiunto il primo appartamento che era stato loro destinato all’isola di Corfù: era lo stesso dove aveva soggiornato la comitiva di Ascoli (anche in quel caso si erano registrati contagi) diversi giorni prima. «Attraverso il tour operator si sono fatti cambiare alloggio – afferma la donna – ma evidentemente non è servito». La mamma del ragazzo denuncia il fatto che sia durante il viaggio di andata che al ritorno nessuno abbia controllato le condizioni della comitiva. Hanno preso il treno da San Benedetto ad Ancona, quindi si sono imbarcati su un traghetto fino a Corfù. Stesso discorso al ritorno, via mare fino al capoluogo poi sui binari fino alla Riviera delle Palme. «Tutte queste tappe e nessuno che gli ha controllato neppure la temperatura. Si sono portati i termometri da casa per mantenersi monitorati a vicenda. Non stiamo parlando di pazzi irresponsabili ma di ragazzi che erano convinti di andare a fare una vacanza in un luogo considerato sicuro e nel rispetto delle regole». La comitiva è tornata sabato e subito si sono tutti spontaneamente sottoposti ai tamponi. Sette su nove sono positivi, due di loro non risultano contagiati ma sono ugualmente in quarantena per il rischio di incubazione del virus. Anche i familiari sono stati sottoposti al tampone. «Lo abbiamo fatto tutti in famiglia – spiega la donna – e siamo risultati negativi. Mio figlio? Sta bene, non ha alcun sintomo. E’ tappato in camera, non ha contatti con noi. Gli lascio il pranzo e la cena fuori dalla porta. Forse quei ragazzi sono stati incauti, certamente avrebbero dovuto essere maggiormente lungimiranti ed evitare una vacanza all’estero ma credo che non abbiano fatto nulla di male».

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