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Le donne di “Se non ora quando” a Bruxelles

Pubblicato il 25 Marzo 2014

SAN BENEDETTO – Un gruppo di attiviste dei comitati di San Benedetto, Ascoli, Ancona e della Riviera del Conero del movimento “Se non ora quando” si sono recate nei giorni scorsi a Bruxelles per essere ricevute dal vice presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella e dal presidente della commissione diritti della donna e uguaglianza di genere, Mikaele Gustafsson.

“E’ stata una bellissima esperienza – ha riferito la portavoce Anna Rosa Cianci – in questo che è l’anno della conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della famiglia abbiamo voluto far sentire la nostra voce direttamente ai vertici delle istituzioni europee affinchè fungano da pungolo per il governo italiano”. Le firmatarie del documento che è stato presentato a Bruxelles, oltre che dalla Cianci, sono Rosalia Alocco, Cristiana Pierpaoli, Catia Sciarra, Cinzia Fazzi, Nazzarena Pellei, Katusha Fioravanti, Anna Romana Sebastiani, Marina Barausse, Luisa Rizzitelli, Margherita Santicchia, Nadia Cipolloni, Suzana Spaho, Lucia Serrani e Carla Binci, oltre che la consigliera comunale con delega alle pari opportunità Palma Del Zompo.

“Questa amministrazione – ha sottolineato la Del Zompo – già nel 2007 ha adottato la Carta europea delle pari opportunità, mentre nel gennaio del 2009 ha approvato un protocollo d’intesa sui tempi di conciliazione tra famiglia e lavoro. Purtroppo i fondi per fare fronte a questa situazione sono terminati e non c’è stato un rifinanziamento della legge 53/2000”. I punti principali del documento presentato sono la flessibilità di lavoro, part time anche con l’aiuto delle nuove tecnologie; tutela della gravidanza e della maternità e pari responsabilità; la centralità del lavoro delle donne con un sistema di infrastrutture sociali idoneo a rispondere ai bisogni delle madri, dei padri e dei bambini; tutela del lavoro per le lavoratrici madri e padri lavoratori; diritti civili per quanto riguarda il riconoscimento delle varie tipologie familiari e di genere; rimozione delle difficoltà connesse alla presenza, agli orari, ai costi e ai servizi; abbattimento degli alti costi dei servizi; adeguamento della rete dei servizi; reddito minimo garantito; lavori socialmente utili retribuiti e presenza paritaria nei luoghi dove si decide: politici, amministrativi, societari.