SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Agli autoveicoli a trazione elettrica, previa formale istanza, è consentito il transito e la sosta nella Z.T.L. indipendentemente dalla residenza del titolare». L’inghippo sta tutto in un passaggio di questa frase contenuta nel regolamento per la Zona a Traffico Limitato del paese alto. In quel «previa formale istanza» che significa, in soldoni, che il comune di San Benedetto non è in grado di riconoscere, dai numeri di targa, le auto elettriche o ibride da quella a carburazione tradizionale malgrado la motorizzazione civile abbia un database nazionale attraverso il quale è possibile, in pochissimi istanti, conoscere la tipologia di vettura dal semplice numero di targa.
A fare i conti con questa situazione sono stati numerosi automobilisti che, consapevoli delle agevolazioni che ovunque hanno i possessori di auto elettriche (di conseguenza non inquinanti) sono entrati nella zona a traffico limitato del vecchio incasato negli orari in cui l’accesso è vietato ai non autorizzati. Lo hanno convinti che, come accade in moltissime parti d’Italia, il sistema informatico avrebbe riconosciuto il tipo di macchina dal tipo di targa e nessuna sanzione sarebbe arrivata a casa. Così non è stato. Perché sono stati tutti “battezzati” dall’odiata raccomandata che si sono visti recapitare nelle propria cassetta delle lettere e che, all’interno, conteneva la multa per infrazione al codice della strada.
E’ stato dopo aver ricevuto quella missiva che i malcapitati automobilisti hanno scoperto che in Riviera le cose funzionano così: non basta l’auto elettrica, non basta l’iscrizione alla motorizzazione, e non basta neppure la lente che legge le targhe di passaggio e che, in teoria, dovrebbe collegarsi ad un database in grado di restituire le informazioni sul veicolo appena transitato. Non basta tutto ciò, occorre che l’automobilista faccia una specifica comunicazione, ovviamente prima di entrare nella Ztl, con la quale dichiara che l’auto in questione è elettrica. Una norma che potrebbe andar bene per i residenti della zona (neppure tanto visto che le multe sono fioccate) ma che è di difficile comprensione in una zona come quella della Riviera delle Palme che vede numerosi turisti muoversi, nelle serate estive, anche al di fuori della canoniche aree del centro e del lungomare. Q
uanti di loro, volendo raggiungere i locali del vecchio incasato, potranno essere a conoscenza di dover effettuare una comunicazione al centro di San Benedetto per entrare al Paese Alto di San Benedetto per mangiare una pizza o per prendere un panino? La domanda sorge assolutamente spontanea e rientra nella scia delle polemiche dei commercianti della zona, già messi in ginocchio dall’emergenza Covid e che si trovano a fare i conti con un dispositivo che non sta risparmiando multe. Non le ha risparmiate neppure ai fedeli che, a dicembre, in occasione della Novena, hanno raggiunto la chiesa alle 5 del mattino. Peccato che, i divieti, terminino alle 7. Anche se sul sito del Comune, sulla pagina dedicata al regolamento, gli orari non vengono specificati.