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La stessa mano dietro i roghi. Caccia al piromane di Porto d’Ascoli

Da gennaio a marzo in via Laureati, ora in via Monte Conero. Chi accende il fuoco usa sempre la stessa tecnica ed ora i carabinieri lavorano su un'unica indagine
Pubblicato il 7 Maggio 2017









SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Da via Laureati a via Monte Conero la mano sembra essere la stessa. Dopo le fiamme che hanno avvolto la Fiesta in via Monte Conero questa notte (CLICCA QUI), i carabinieri ritengono ora che anche il fuoco della notte precedente, inizialmente sembrato accidentale, possa essere opera dolosa e che dietro ai due incendi ci sia la medesima mano.

Mano che potrebbe essere la stessa che, tra gennaio e marzo, ha seminato il panico in via Laureati dove, nel giro di qualche settimana, cinque autovetture erano state date alle fiamme. In almeno quattro di quei casi si trattava di atti dolosi messi a segno dalla stessa mano. In tutti i casi, infatti, il modus operandi è lo stesso. Il fuoco viene fatto partire attraverso uno strumento incendiario posizionato tra il parabrezza e il vano motore.

Discorso probabilmente diverso per quanto riguarda il furgone dato alle fiamme in via Val Tiberina. In quell’occasione potrebbe essersi trattato di un episodio criminale ma probabilmente diverso da quanto accaduto negli altri casi.

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