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Il porto si ferma per l’addio a Vittorio Merlini. «Gli uomini come lui sono sempre meno»

Il vescovo ha inviato un messaggio al cappellano del porto don Peppe Croci. Tutte le famiglie marinare rappresentate in chiesa
Pubblicato il 10 Maggio 2018

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Non dobbiamo preoccuparci delle barche rottamate, ma del fatto che non ci sono più uomini come lui». Sono le parole con cui don Peppe Giudici, cappellano del porto di San Benedetto, si è rivolto alle tante persone presenti, questa mattina, nella chiesa della Madonna della Marina per i funerali di Vittorio Merlini, “Cellò”, morto ad 89 anni nella mattinata di martedì.

Tutto il porto era rappresentato in chiesa. Tutte le famiglie storiche della marineria nostrana più tanti addetti ai lavori dell’indotto. «Era forte – ricorda don Giuseppe – forse anche troppo. Era stato forte nel reggere le responsabilità della sua famiglia, nell’instradare la sua discendenza al mondo della pesca. Era stato forte anche quando la moglie Silvana era iprovvisamente venuta a mancare. Nonostante lo sconforto di quel momento aveva continuato a sentire sulle sue spalle le responsabilità che aveva oprtato avanti con tenacia».

La bara, arrivata a bordo del carro delle pompe funebri “La Riviera” ha sostato di fronte alla cattedrale prima di fare il suo ingresso tra le navate seguito da una piccola folal di parenti ed amici. Davanti a tutti i figli e i numerosi nipoti. Persino il vescovo Carlo Bresciani ha inviato al sacerdote un messaggio di cordoglio. «Era un faro per la marineria – ha spiegato don Peppe – magari non l’ultimo ma di certo, di uomini come lui, ce ne sono sempre meno. Ed è questo che dovrebbe preoccupare il mondo della pesca sambenedettese. Le barche si comprano, si demoliscono e si ricostruiscono. Con sacrifici, certo. Ma tutto si può fare. L’importante è che ci siano gli uomini, perché se mancano gli uomini come Vittorio allora sì che ci si trova di fronte ad un problema».