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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Necessitano di un restyling o, quantomeno, di qualche verifica alcuni dei ponti sull’Albula che si trovano nell’area del centro sambenedettese. Quello del lungomare, o meglio la sua parte Ovest, ha quasi novant’anni, quello di viale De Gasperi oltre mezzo secolo. E così via con il ponte di via Piemonte e quello di via Toscana fino alla Statale 16.
Al di sotto di quelle strutture ci sono alcune situazioni che, probabilmente, richiedono qualche sopralluogo. Il ponte maggiormente usurato sembra essere quello di via Piemonte che, tra le altre cose, non è neppure il più vecchio. All’ombra del solaio, tra le campate suddivise dalle colonne, il cemento è in più punti consumato e in alcuni tratti in cui il soffitto incontra le strutture portanti, ci sono delle fessure.
Stesso discorso per alcune singole colonne dove il ferro, tra l’altro corroso dalla ruggine, è in bella mostra anche sul lato esterno. Spostandosi verso Ovest c’è la struttura di viale De Gasperi, la più antica dopo quella del lungomare. Nonostante il suo oltre mezzo secolo di vita sembra meglio messo rispetto a quello di via Piemonte ma in alcuni tratti sono visibili delle lesioni che andrebbero monitorate.
Altra nota dolente è invece il ponte che sorregge il tratto di via Toscana che si collega con via Moretti. Lì tornano a vedersi delle crepe che, almeno dall’aspetto, sembrano preoccupanti. Una fessurazione, in particolar modo, che si trova all’altezza della giunzione tra la prima colonna a Sud del ponte e la struttura stessa del viadotto. In buone condizioni, almeno a vista, sembra invece essere il ponte della Statale con tutto il lungo tunnel che si trova al di sotto del parcheggio dell’ospedale.
Ferro a vista, invece, anche per quanto riguarda il ponte del lungomare, di fatto il più antico viadotto della zona ed anche quello che, insieme alla struttura di viale De Gasperi, riceve quotidianamente la maggiore sollecitazione in termini di peso del traffico. La parte occidentale, quella del lato monti per intenderci, risale infatti agli anni Trenta, ai tempi della progettazione di Luigi Onorati. Proprio su quel versante la parte esterna del solaio ha perso diverso cemento e il ferro è visibile.
Resta invece allarmante la scena visibile da via Manara e da via Madonna della Pietà dei piloni che sorreggono il ponte sull’autostrada che passa sopra la zona del cimitero. Metri e metri di ferro sono visibili sulla parete della larga colonna che sorregge l’A14. Nei mesi scorsi la situazione relativa a quel viadotto è stata più volte segnalata dai cittadini.
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