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Emergenza sicurezza a San Benedetto, il presidente del quartiere Marina Centro: “La repressione non serve, si elimini il degrado”

Luigi Olivieri: “Chi butterebbe mai un pezzo di carta a terra se vedesse tutto pulito? E’ assente il senso della cultura, della famiglia. C’è un problema sociale importantissimo"
Pubblicato il 28 Giugno 2024

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Certi problemi si risolvono togliendo il degrado, non con la repressione”. Il presidente del quartiere Marina Centro dice la sua in merito agli episodi di violenza che si stanno ripetendo con preoccupante costanza a San Benedetto.

La zona del centro, anche per la vicinanza ai luoghi principali della movida, è spesso presa di mira, con residenti sempre più allarmati.

“Chi butterebbe mai un pezzo di carta a terra se vedesse tutto pulito?”, si domanda provocatoriamente Olivieri. “Lo stesso vale per l’ordine pubblico. Deve cominciare una politica diversa. Con la repressione non limito certe situazioni, ben vengano iniziative come l’organizzazione degli orari dei locali da parte del Comune, ma parallelamente ci deve essere la cura dei luoghi. Il problema di Marina Centro è molto simile a quei quartieri dove ci sono punti di aggregazione. I gestori ci stanno mettendo un impegno maggiore rispetto al passato, va sottolineato, tuttavia problema è legato al sistema sociale. Sono venuti meno i valori. E’ assente il senso della cultura, della famiglia. C’è un problema sociale importantissimo. L’esempio non si dà con la costrizione, ma con l’ordine, che non è un sinonimo. Si cominci a tenere pulita e curata la città.”

Nei giorni scorsi Simone De Vecchis ha proposto un presidio fisso notturno delle forze dell’ordine nelle aree più a rischio. Un tema che verrà affrontato il 5 luglio in consiglio comunale, dove verrà presentata un’interpellanza. “Non sono d’accordo – ribatte Olivieri – non siamo un capoluogo di provincia, anche se abbiamo una frequentazione raddoppiata. Un presidio fisso toglierebbe le forze altrove, dobbiamo far sì che ci sia un miglior coordinamento con i numeri che abbiamo. Ma ripeto: la gente si picchia e delinque dove c’è degrado. Serve una metamorfosi dei luoghi. Se il nulla avanza, è normale che non si riuscirà mai a risolvere la questione. Deve avanzare il concetto dell’ordine, che va notato anche con gli occhi”.

Il presidente entra nel dettaglio: “Ad esempio, l’esistenza di una ‘finestra rotta’, da cui il nome di una delle teorie più affermate, potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o una panchina, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale. Molte moderne teorie sociologiche affermano che mantenere e controllare il degrado degli ambienti urbani con il miglioramento dei luoghi, del bene pubblico, contribuisce a creare quel clima di ordine e legalità e riduce il rischio di desolazione e stato di abbandono. Investendo nella cura dell’esistente e nel rispetto della civile convivenza spesso si ottengono risultati migliori rispetto all’uso di misure repressive”.

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