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Ecomostro, c’è chi dorme sotto tonnellate di cemento pericolante. Residenti infuriati: “Perché il Comune non riesce a farsi rispettare?”

Rabbia in un quartiere dove - lo afferma il presidente del comitato - si chiede ascolto e si ottengono promesse. Le ordinanze stanno servendo a pochino. Forse è il caso di fare qualcosa in più
Pubblicato il 18 Gennaio 2024

Senzatetto all’ecomostro di via Calatafimi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Dalle richieste inascoltate all’assemblea fino all’ecomostro. Ora viene fuori in tutta la sua evidenza che, nel quartiere di San Filippo Neri, si lascia che qualcuno rischi la vita. Alle segnalazioni arrivate nelle ultime settimane che parlano di un massiccio ritorno dei senzatetto nella fatiscente struttura di via Calatafimi, seguono ora anche le foto.

Immagine eloquente che ritrae qualcuno che dorme sotto una delle tettoie potenzialmente pericolanti di una struttura che, pochi giorni fa, ha già provocato lesioni fisiche ad un passante. L’area era stata transennata già a novembre ma qualcuno, forse per parcheggiare, spostava continuamente le delimitazioni.

Ora sono arrivati dei dissuasori più ingombranti e solidi. Il risultato però è che una parte di spazio pubblico è interdetto ai cittadini per colpa della situazione in cui versa una struttura privata sulla quale nessuno sembra avere intenzione di mettere davvero le mani.

Il pericolo

ecomostro via calatafimi

Situazione che peggiora sempre più. Perché il rischio, fondato, è che prima o poi possa scapparci qualcosa in più del già di per sé grave trauma cranico riportato dal passante dell’altro giorno. C’è chi va a dormire sotto quelle tonnellate di cemento. Incurante dei rischi e di quello che potrebbe accadere. Nessuno prende provvedimenti però.

“Lì tra un po’ arriveranno altri crolli – affermano i residenti della zona, esausti da una situazione che si trascina avanti da decenni -. Ma come è possibile che il Comune non sia in grado di farsi rispettare, di far rispettare le regole”.

Ed ecco che sopraggiunge il discorso di un quartiere che, lo afferma il presidente Roberto Vesperini, “chiede ascolto e ottiene solo promesse“. Le ordinanze stanno servendo pochino. Forse è il caso di fare qualcosa in più. Per evitare che ci scappi il morto. Che, in questa circostanza, purtroppo, non è un modo di dire.

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